Walter Galbiati
Milano «Danni per diverse decine di milioni di euro». È la frase cult che risuona immancabilmente quando il maltempo si scatena distruggendo case, campi, fabbriche e infrastrutture. Eventi catastrofici ed estremi che da sempre caratterizzano le regioni tropicali e subtropicali del pianeta, ma che, in seguito ai cambiamenti climatici, stanno colpendo anche le zone temperate. L’Italia non ha mancato di presentare il proprio conto. L’alluvione in Sardegna di un anno fa è costata 660 milioni di euro. Il centro studi della Confederazione nazionale degli artigiani ha stimato che le piogge degli ultimi giorni hanno provocato danni in Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte per non meno di 400 milioni di euro. Il presidente della Liguria, Claudio Burlando, ha conteggiato in un miliardo i danni della passata e della attuale alluvione. Cifre importanti che devono spingere a valutare la possibilità di una copertura assicurativa, anche a livello di enti. In genere si può ricorrere a una compagnia specializzata, che si ricopre a sua volta o con un riassicuratore o cercando fondi sul mercato attraverso i catastrophe bond (cat bond). Le regioni più colpite, invece, puntano a fare da sé. È il caso della Florida che quest’anno ha emesso attraverso la Florida Citizens Property Insurance Corporation, una compagnia assicurativa di sua proprietà, una obbligazione da 1,5 miliardi di dollari legata agli uragani. L’obbligazione ha pagato una cedola trimestrale a tasso variabile pari al rendimento dei titoli del tesoro statunitense più il 7,5%. Queste obbligazioni durano tra i 3 e i 5 anni danno un interesse generoso, in genere tra il 2 e il 12%, ma se la catastrofe si verifica, non pagano in tutto o in parte il capitale che andrà a coprire i danni. Si tratta di una operazione di trasferimento del rischio dall’assicuratore agli investitori. Questi ultimi accettano il rischio in cambio di un rendimento più alto, ma allo stesso tempo acquisiscono anche uno strumento finanziario il cui rendimento è indipendente dall’andamento dei mercati, utile quindi in un’ottica di diversificazione del portafoglio. «Anche il governo italiano spiega John Seo, gestore del fondo GAM Star Cat bond – potrebbe emettere Cat bond. Un fattore molto importante che sosterrà la crescita futura del mercato dei catastrophe bond è proprio l’ingresso come emittenti di nuove entità governative, dal programma turco di assicurazione contro le catastrofi (Turkish Catastrophe Insurance Program) alla società di trasporti pubblici dello Stato di New York (New York Metropolitan Transportation Authority)». Entrambi questi enti sono entrati sul mercato per la prima volta quest’anno e, in particolare, la New York Metropolitan Transportation Authority lo ha fatto per coprirsi dal rischio di alluvioni nel sistema metropolitano della città di New York. «Gli enti statali ha aggiunto John Seo – sono di gran lunga i maggiori titolari di assicurazioni contro il rischio di catastrofi al momento. Fino ad oggi, le entità pubbliche hanno in gran parte tenuto questi rischi lontani dal mercato dei capitali privati. La continua crescita di emissioni da parte delle agenzie governative rappresenta pertanto un nuovo e significativo driver di crescita del mercato». Questo trend dovrebbe continuare e, secondo il gestore, potremmo accadere nei prossimi anni, nuove emissioni della Banca Mondiale (che emette Cat Bond per conto di entità statali) e dei Paesi emergenti. Gli enti statali sono i maggiori titolari di assicurazioni contro il rischio di catastrofi Ma negli Usa questa cultura è molto diffusa