Cinque grandi banche internazionali dovranno pagare all’agenzia di controllo americana Commodity Futures Trading Commission (Cftc), all’inglese Financial Conduct Authority (Fca) e all’agenzia di controllo svizzera Finma ben 4,3 miliardi di dollari di multa per aver manipolato per anni, almeno dal 2009 fino alla fine del 2013, i cosiddetti tassi Forex.
Naturalmente la notizia sta suscitando grande sensazione Ovviamente sono le «too big to fail», troppo grandi per fallire, due mega banche americane, la Citibank e la Jp Morgan Chase, due inglesi, l’HSBC Bank e la Royal Bank of Scotland, e la svizzera UBS. Inoltre c’è per l’inglese Barclays Bank un’indagine aperta.
Esse hanno manipolato i tassi di cambio usati come riferimento di base per stabilire i valori delle differenti monete e anche i tassi di cambio tra le stesse. In una sorta di cabina di regia, usando nomi in codice da loggia segreta, gli operatori bancari incaricati si scambiavano anche informazioni riservatissime relative ad operazioni monetarie fatte dai loro clienti. Il tutto a beneficio naturalmente degli interventi fatti poi dalle banche stesse sui mercati dei cambi.
Purtroppo tutti gli operatori mondiali sono stati perciò costretti a basarsi su tassi di cambio manipolati nella stipula dei propri contratti. Di conseguenza l’integrità del sistema finanziario e monetario internazionale e la fiducia degli operatori sono state ancora una volta inficiate da una «corruzione sistemica».
Come è noto ogni giorno il mercato Forex tratta circa 5,3 trilioni di dollari in varie forme di derivati, di cui il 40% alla City di Londra. Per comprendere le potenziali dimensioni della truffa si consideri che una piccolissima variazione dello 0,01% applicata su tutto l’ammontare sarebbe pari a 530 milioni di dollari. Al giorno! Si parla di una multa esemplare. Le autorità di controllo sono soddisfatte e parlano di una moralizzazione definitiva del sistema. Si sentono forti le indignazioni di chi opera nel settore, perfino delle stesse banche condannate per la truffa. Ma non è così. In realtà ,tutto ciò serve a coprire responsabilità e complicità. Non si sottolinea, per esempio, che il semplice fatto di pagare le multe cancella anche tutte le responsabilità penali. Quindi nessuno sarà condannato e nessuno finirà in galera per truffa.
La speculazione e simili frodi nei fatti sarebbero considerate al di sopra della legge. Se ciò avvenisse anche in altri campi criminali, tutti i mafiosi potrebbero essere liberi, perché ben disposti a pagare una «tangente allo Stato» in cambio dell’assoluta impunità. Non si evidenzia bene anche il fatto che le banche coinvolte nella truffa Forex sono le stesse che, con altre, hanno partecipato alla manipolazione del tasso Libor, quel tasso di interesse di riferimento per tutte le operazioni finanziarie mondiali, di cui abbiamo scritto in passato su questo giornale. Anzi, tra queste, alcune hanno continuato a manipolare il Forex nonostante fossero state avvertite dalle autorità di controllo circa le indagine a loro carico per la truffa Libor! Il loro agire non è un atto di stupidità ma una provocatoria manifestazione di arroganza del potere di chi sa di essere intoccabile, di essere «too big to jail», troppo grande per finire in galera.
Purtroppo la Commodity Futures Trading Commission incassa la multa, limitandosi ad invitare le banche «a cessare e desistere da altre violazioni e a intraprendere passi specifici per rafforzare i controlli interni, le procedure e la supervisione dei propri operatori finanziari Forex». Da parte loro, gli stessi grandi manager delle banche, si dichiarano esterrefatti e sorpresi per i comportamenti corrotti dei loro traders, alcuni dei quali verranno rimossi. Naturalmente si ricorrerà al classico «promeveatur ut amoveatur».
Questi fatti ci dicono, ancora una volta, che nel sistema finanziario internazionale regna sovrana la manipolazione sistemica, la corruzione e la speculazione. Dal 2007-8 si parla di nuove regole stringenti e di riforme del sistema. A 6 anni di distanza ci si limita ancora a rincorrere truffatori e corruttori. Ci sembra un po’ poco se vogliamo evitare di essere di nuovo sorpresi da altri crac di dimensioni planetarie. Purtroppo anche a Brisbane il G20 non ha adottato in merito qualche decisione incisiva e significativa.
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