di Paola Valentini
Nei nove mesi 2014 i fondi pensione hanno ampiamente battuto il Tfr, come emerge dalle elaborazioni di Covip, che ha pubblicato i rendimenti netti dei comparti negoziali, degli aperti e delle polizze previdenziali di tipo Pip (piani individuali pensionistici). Se la rivalutazione netta del Tfr che resta in azienda si è attestata nel periodo all’1% per via della bassa inflazione (dato che il Tfr si rivaluta ogni anno dell’1,5% fisso più il 75% dell’inflazione Istat), i fondi pensione negoziali nel periodo gennaio-settembre hanno messo a segno un rendimento del 5,8%. Al loro interno spiccano le linee azionarie con un rendimento del +7,5%, le bilanciate con un +6,6% e le obbligazionarie miste con un +6,4%. Le linee garantite hanno reso il 4,5%, mentre le obbligazionarie si sono fermate all’1,1%. Quanto ai fondi pensione aperti, la performance netta è stata in media del 5,9%, quindi poco sopra quella dei negoziali. E in questo caso le linee che hanno reso di più sono state quelle bilanciate (+6,8%), seguite da azionarie (+6,5%), obbligazionarie miste (+6,3%), obbligazionarie pure (+5,6%) e dalle garantite (+3,7%). Sul fronte delle polizze Pip, le unit linked hanno registrato un rendimento del 5,1% medio netto (+5,8% le linee azionarie, +5,3% le bilanciate e +2,7% le obbligazionarie). I rendimenti delle gestioni separate delle polizze Pip non sono ancora disponibili. Questi dati scontano l’aliquota fiscale sui rendimenti dell’11,5% entrata in vigore lo scorso luglio. Ma, se passerà la proposta inserita nella bozza della legge di Stabilità, i gestori previdenziali dovranno fare i conti con una tassazione più elevata (20%). Nello stesso tempo lo schema della legge di Stabilità prevede un aumento del prelievo fiscale sulla rivalutazione del Tfr dall’attuale 11 al 17%. (riproduzione riservata)