di Roberta Castellarin
L’Italia fino a qualche anno fa era il paradiso dei rentier. Sia le rendite finanziarie sia quelle legate al mattone, infatti, godevano di una tassazione decisamente vantaggiosa. Ma con la crisi finanziaria che ha fatto impennare lo spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi la situazione si è invertita. E le varie manovre fiscali effettuate dal 2011 hanno preso di mira tutte le forme d’investimento, mettendo fine ai sonni felici di chi viveva di rendita. Intervento dopo intervento, è cresciuta anche la consapevolezza degli italiani che i risparmi saranno sempre più nel mirino del fisco. Una conferma è arrivata dalla legge di Stabilità depositata in Parlamento, dove è previsto un aumento della tassazione delle polizze e dei prodotti previdenziali, finora agevolati dal punto di vista delle aliquote. Il timore crescente è che presto nel mirino finiscano le successioni. Un tema importante, visto che in Italia lo stock di risparmi è alto, ma è spesso concentrato nella parte meno giovane della popolazione. Da qui la necessità di gestire con attenzione la fase di passaggio dei beni tra generazioni. Come sottolinea Roberto Viscomi del Legal Department Kenton & Miles Italia: «Le domande più frequenti concernono la comprensione di quali beni sino esenti dall’imposta di successione e che cosa accada quando i disponenti decidano, già in vita, di disfarsi di parte del patrimonio». In particolare aggiunge Viscomi: «Il confronto fra le diverse normative sulle imposte di successione da un lato e dall’altro quelle delle donazioni, può riservare delle sorprese ovvero tassazioni diverse fra i due momenti, pur in presenza dello stesso bene. La logica è far interagire un lecito risparmio d’imposta con la necessità di rendere il meno traumatico possibile il passaggio generazionale di beni o aziende». Anche la modalità di suddivisione tra gli eredi pone spesso interrogativi. Come ricorda Viscomi: «Fra i quesiti più ricorrenti che ci vengono posti, hanno un notevole rilievo le normative e le modalità di redazione dei testamenti i quali contengano al proprio interno i desideri sulla destinazione dei beni o diritti. Non sempre i desideri incontrano i requisiti minimi richiesti dalla legge e, soprattutto, non sempre sono rispettose regole sulle suddivisioni eque fra i diversi aventi diritto».
Per quanto riguarda franchigia e aliquote che regolano la successione nella manovra al vaglio delle Camere non c’è alcuna variazione, ma un riordino della materia potrebbe arrivare nell’ambito del riordino dell’intera tassazione. Quali sono i temi più importanti per chi vuole trasferire il patrimonio familiare? «Le questioni sono diverse e dipendono dalla composizione dei beni da trasferire e dai desiderata del disponente a livello famigliare. Chiaramente le donazioni devono tenere conto delle quote di legittima spettanti ai beneficiari e dall’altro il disponente deve anche considerare le aspirazioni e le inclinazioni personali che, ogni singolo avente diritto, abbia o dimostri. Ad esempio, nella gestione del passaggio generazionale delle aziende, diviene rilevante garantire la continuità dell’attività e l’unicità di governante, soprattutto in presenza di numerosi eredi», risponde Viscomi. «Un altro tema decisamente critico nella impostazione delle donazioni, è la comprensione di quali diritti possano essere trasferiti ai figli o ai parenti più stretti, senza tuttavia perdere integralmente il controllo sui beni o sui titoli».
Viscomi ricorda che si tratta, quindi, di rappresentare e spiegare quei diritti (ad esempio nuda proprietà piuttosto che l’usufrutto) che combinino la destinazione del bene, già in vita al beneficiario, con la disponibilità dello stesso bene per la vita residua del disponente. «Inoltre, una questione sempre più sentita è quella della destinazione dei propri beni in presenza di una famiglia allargata. Spesso in questo caso, ma non è l’unico, interviene, a supporto giuridico delle famiglie, l’istituto del trust che permette una flessibilità sulle modalità di destinazione dei beni anche a quei soggetti che, al momento, sono privi di quei diritti nascenti dalla convivenza affettiva», conclude Viscomi. (riproduzione riservata)