di Anna Messia
Il settore del credito al consumo nel 2014 sta mostrando segnali di tenuta e in qualche caso anche di buona ripresa. È il caso del leasing, che grazie agli incentivi del governo sugli investimenti in beni strumentali sta registrando una crescita del 10%. Ma c’è anche chi quest’anno nel settore del credito al consumo sta vivendo un boom non solo di impieghi ma anche di risultati.
Un esempio è Ibl, banca con un azionariato familiare (50% famiglia d’Amelio e 50% famiglia Giordano) che negli anni è diventata leader in Italia nella cessione del quinto con una quota di mercato attualmente superiore al 14%. Quest’anno l’istituto guidato da Mario Giordano conta di chiudere con 600 milioni di euro di erogato, in crescita del 20% circa rispetto all’ultimo esercizio, e ieri il bilancio dei nove mesi ha registrato un utile lordo consolidato di 62,5 milioni, in crescita del 185% rispetto ai 21,9 milioni dello stesso periodo del 2013, e un utile netto triplicato a 41,6 milioni. «Sono risultati fortemente positivi», dice Giordano, aggiungendo che nello stesso periodo «il roe è salito dal 20 al 44,6%». Un business, quello della cessione del quinto, che ha tra l’altro un basso assorbimento di capitale, visto che al cliente (che non può avere un finanziamento che supera il quinto del suo stipendio) viene richiesta una copertura assicurativa sulla vita e una polizza sulla perdita dell’impiego, che riduce il rischio. E in Ibl non sembrano temere neppure gli effetti delle novità del Tfr in busta paga, visto che l’80% dei clienti sono persone che lavorano nel settore pubblico, esclusi quindi dalla manovra. «Stiamo lavorando per aumentare la penetrazione di aziende private solide tra i clienti», aggiunge anzi Giordano, e per finanziare la crescita «potremmo studiare l’emissione di strumenti ibridi da utilizzare per aumentare il tier 1, oggi al 7,9%. In ogni caso abbiamo sempre avuto una politica di bassi dividendi, proprio guardando al patrimonio». Per lo sviluppo si potrebbe poi pensare di «rilevare attività di cessione del quinto di una banca per poi chiudere un accordo di distribuzione; ipotesi su cui avevamo già lavorato in passato», continua. Perché l’obiettivo di Ibl è soprattutto potenziare la struttura distributiva e in programma c’è l’apertura di altri dieci sportelli e accordi con banche locali. (riproduzione riservata)