Il punto di mauro masi*
L’ennesima, tragica alluvione a Genova ha riaperto il dibattito su come proteggersi dai danni da eventi catastrofali. Il tema della copertura assicurativa è stato sollevato anche nella relazione annuale dell’Ania e ora se ne sta occupando anche la stampa d’opinione nazionale. La questione è riassumibile in alcuni dati. Si stima che in Italia siano esposti a un elevato rischio idrogeologico 5,8 milioni di persone e a un elevato rischio sismico 21,8 milioni. Peraltro, nel periodo 1944-2012 il costo complessivo dei danni provocati da terremoti ed eventi franosi e alluvionali supera i 240 miliardi di euro (circa 3,6 l’anno). Va aggiunto che in Italia, secondo Istat, le unità abitative sono circa 27 milioni; se tutto questo patrimonio immobiliare fosse coperto dal punto di vista assicurativo per il suo costo di ricostruzione, stimabile in circa 3.900 miliardi, il costo annuo medio dei risarcimenti sarebbe pari a 2,8 miliardi, ossia circa 73 euro per ogni 100 mila euro assicurati. Un sistema che volesse essere solvibile con una probabilità del 99,5% dovrebbe reperire una capacità di 34,2 miliardi. Per tutta una serie di motivi, sia tecnici che di opportunità, è assai improbabile che le imprese private di assicurazioni possano garantire la copertura di questo rischio. Torna quindi la necessità di un coinvolgimento del pubblico a vari livelli (lo Stato assicuratore diretto del danno; riassicuratore di ultima istanza; fornitore di supporto finanziario), anche se l’ipotesi che meglio affronta la problematica è quella che prevede che lo Stato renda obbligatoria l’assicurazione contro eventi catastrofali, come già accade molto altri Paesi. Un effetto dell’assicurazione «universale» obbligatoria sarà una significativa riduzione del premio. L’assicurazione obbligatoria potrebbe riguardare direttamente tutti i cittadini oppure essere posta (in tutto o in parte) in capo a determinati livelli territoriali, quali per esempio i Comuni. Il sistema potrebbe essere affiancato da un Fondo di Garanzia (come accade ora per la Rc Auto) volto a calmierare il mercato riequilibrando il rapporto tra premi e risarcimenti, tra costi e prestazioni. Si stima che un siffatto sistema di assicurazione permetterebbe allo Stato di risparmiare direttamente almeno 1 miliardo di euro l’anno e soprattutto di evitare il ricorso a provvedimenti di finanza straordinaria (nuove tasse dirette o indirette) in caso di eventi imprevisti e/o particolarmente dannosi. (riproduzione riservata)
*delegato italiano alla Proprietà Intellettuale