di Ignazio Marino  

 

Casse di previdenza dei professionisti a raccolta, domani alle 10, per studiare un’azione comune in risposta all’aumento (dal 20 al 26%) delle rendite finanziarie deciso dal governo nel disegno di legge di Stabilità approvato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana. E si annuncia una riunione non facile da gestire per il presidente dell’Adepp (l’Associazione nazionale degli enti di previdenza privati e privatizzati), Andrea Camporese: da un lato, infatti, ci sono enti pronti a liquidare l’intero patrimonio di titoli di stato in portafoglio in risposta all’aumento della tassazione e, dall’altro, istituti «arrabbiati» nei confronti dell’esecutivo ma non disponibili a un’azione di forza con chi ha il potere (legislativo) di incidere ancora più pesantemente nei confronti delle Casse di previdenza e delle loro disponibilità.

Anche perché il governo non sembra intenzionato a cambiare strada. A parte Antonio Tajani, vicepresidente dell’Europarlamento che ha parlato di «errore», poche le aperture in questi giorni nei confronti della levata di scudi dei rappresentanti di Casse e professionisti. L’ultima, in ordine di tempo, a protestare è stata ieri l’Unagraco (commercialisti). «Questa legislazione», scrive il presidente Giuseppe Diretto, «avrà come conseguenza per il futuro, e per i giovani, pensioni molto più basse con la conseguenza che i montanti contributivi – già fortemente penalizzati dall’abbassamento dei redditi prodotti e dalla necessità per le casse di dover far fronte al debito latente del precedente sistema retributivo – subiranno una ulteriore flessione verso il basso a causa dell’aumento della tassazione sui risultati degli investimenti effettuati grazie alla legge di stabilità».

Intanto da lunedì scorso attende di essere esaminata alla Camera la mozione presentata da Lello Di Gioia, presidente della Bicamerale di controllo degli enti gestori forme di previdenza obbligatorie, e firmata da altri 40 parlamentari (si veda ItaliaOggi del 9/10/2014) dove si parla della costituzione di un fondo per la crescita grazie ai soldi della previdenza dei professionisti e complementare, di riduzione delle tasse sul risparmio previdenziale e di accorpamento degli enti per realizzare economie di scala. Un atto di indirizzo sul quale anche il governo dovrà dare un parere che non potrà prescindere dall’intenzione già dichiarata, con la legge di Stabilità, di aumentare la tassazione anziché diminuirla.