Cambia nome, ma non vocazione, Skandia Vita, una delle società più attive in Italia nella creazione di polizze unit linked per distributori terzi: banche, reti di promotori e broker. La compagnia, diventata Old Mutual Wealth, continuerà a offrire una piattaforma ad architettura aperta, dinamica e in continua evoluzione che offre l’accesso a una gamma di oltre 750 fondi comuni e comparti di sicav rappresentativi di tutte le asset class disponibili sul mercato, selezionati in seguito a un’analisi di circa 30 mila fondi.
Old Mutual ha acquisito Skandia nel 2006 con l’obiettivo di entrare nel mercato europeo sfruttando il suo consolidato e riconosciuto know-how nel settore delle unit linked.
Old Mutual e Skandia hanno avuto origini comuni e valori condivisi, anche se si sono sviluppate diversamente nei rispettivi mercati di riferimento: la prima diventando leader in soluzioni finanziarie di breve e lungo termine, prima in Sud Africa e poi nel resto del continente; la seconda portando l’investimento finanziario nel mondo assicurativo e, di conseguenza, introducendo nel mercato il concetto di architettura aperta.
Sottolinea Enzo Furfaro, amministratore delegato di Old Mutual Wealth: «Il cambio di nome è la naturale conclusione di un percorso cominciato nel 2006 quando Skandia è stata acquisita dal Gruppo Old Mutual. L’esperienza di questo mercato maturata negli anni unita alle potenzialità finanziaria del nostro gruppo, ci permetteranno di esprimere ulteriormente le nostre potenzialità e fornire ai consulenti soluzioni su misura e innovative per le esigenze sempre più complesse dei loro clienti». Aggiunge Furfaro: «Noi crediamo che in Italia i prodotti unit linked che si appoggiano su una piattaforma multibrand hanno ancora ampio spazio per crescere». Con questo tipo di soluzione il consulente, che sia un banker o un promotore, può costruire insieme al cliente un prodotto ad hoc scegliendo tra i fondi proposti nella piattaforma. Sul piano dei costi la presenza di una scatola assicurativa comporta una maggiore onerosità. «Noi teniamo molto alla trasparenza e al fatto che il cliente possa avere un controllo in qualsiasi momento dell’andamento del suo investimento e delle operazioni effettuate. Crediamo che questo tipo di prodotto se utilizzato correttamente offra dei vantaggi che compensano i costi», dice Furfaro. Che aggiunge: «Ci rivolgiamo a una clientela affluent che, quando sottoscrive, versa un premio iniziale medio di 90 mila euro con l’obiettivo di effettuare un’efficace diversificazione di portafoglio».
D’altronde dopo la crisi del 2008 i clienti hanno in parte cambiato le loro esigenze «I clienti vogliono avere un controllo delle proprie posizioni e una completa trasparenza, e in questi anni abbiamo investito in questo senso per dare accesso, anche attraverso le nuove tecnologie, alla composizione dei portafogli» sottolinea Furfaro. (riproduzione riservata)