di Roberta Castellarin e Paola Valentini
Il mercato della bancassurance non sente la crisi, anzi. Negli ultimi due anni proprio l’Italia ha registrato la maggior crescita di volumi e profitti tra i principali mercati europei, come emerge da un’analisi di McKinsey contenuta nel report annuale appena pubblicato sul settore assicurativo a livello globale con le previsioni sulla redditività dell’industria.
Tra i fenomeni del momento c’è il ruolo sempre maggiore del canale bancario (reti di promotori comprese) e postale nella distribuzione del ramo vita. Un dato che conferma una previsione contenuta nello studio condotto per l’Ania da Europe Economics intitolato La distribuzione assicurativa in Italia e in Europa Modelli, evoluzione e prospettive. In un passaggio si legge infatti: «La bancassicurazione, o perlomeno l’utilizzo delle banche come canale di distribuzione delle assicurazioni vita anche dove la banca è strutturalmente separata dall’assicuratore, ha di per sé costituito un’importante tendenza, il cui successo è da ascriversi a numerose ragioni. Innanzitutto, le banche hanno un vantaggio fondamentale: dispongono di un accesso più immediato a informazioni di migliore qualità sui loro clienti attuali o potenziali grazie a vaste reti di filiali, e interazioni relativamente frequenti con i clienti, e sono spesso le prime a incontrare gli stessi nel loro ciclo di acquisti di prodotti d’investimento». Non solo le banche dispongono di database dettagliati sulla clientela e possono quindi più facilmente individuare chi è potenzialmente interessato a coperture assicurative, ma hanno goduto anche di misure di liberalizzazione «che hanno permesso alle banche di vendere prodotti assicurativi con un trattamento fiscale agevolato». Gli ultimi 20 anni hanno così visto un marcato aumento della prevalenza delle banche, soprattutto a spese delle agenzie di assicurazione, e in misura minore delle vendite dirette. Lo studio ricorda che nel 1991 la bancassicurazione rappresentava circa il 15% dei premi raccolti nel comparto vita, mentre attualmente vale oltre il 75%. Un dato destinato a crescere ancora nel futuro, perché anche le reti di promozione finanziaria con formule nuove, come le polizze multi-ramo, stanno giocando un nuovo ruolo.
Un dato su tutti. La polizza vita multi-ramo Bg Stile Libero di Banca Generali ha raccolto da marzo a fine settembre 1,2 miliardi di euro. Cresce inoltre il peso dei prodotti assicurativi anche nelle private bank. Anche perché queste polizze offrono ai clienti vantaggi fiscali (in primis l’esenzione dall’imposta di successione) e successori, ma danno diversi vantaggi anche a chi le distribuisce. «I clienti private cercano nei servizi di private life insurance soluzioni versatili di protezione patrimoniale e passaggio generazionale», spiega Lorenzo Stipulante, country manager per l’Italia di Farad International. Le polizze multi-ramo rispondono a queste esigenze «in quanto permettono di godere di garanzie di rendimento, capitale garantito e, allo stesso tempo, legano la prestazione assicurativa all’andamento dei mercati. La parte garantita di questi strumenti offre tassi interessanti permettendo allo stesso tempo di modificare nel tempo la proporzione del premio che godrà del rendimento garantito e quella che beneficia dei rendimenti dei mercati senza riscattare il contratto». Quest’anno le compagnie assicurative estere hanno proposto dei tassi fino al 2,25% al netto dei costi, un livello molto attraente in questo periodo di tassi bassissimi. «Quando i mercati finanziari daranno dei risultati migliori, sarà sempre possibile per il contraente provvedere a uno switch e beneficiare dei rendimenti legati all’azionario senza pagare penali di riscatto», spiega Stipulante. Per chi le colloca c’è invece la possibilità di legare l’investitore per molti anni e avere una buona redditività. «Le banche e reti di distribuzione hanno l’occasione di attrarre e fidelizzare i clienti, garantendo tanto il capitale quanto un rendimento netto minimo», conferma Stipulante.
La stessa Banca Generali ha detto che nella polizza unit linked Bg Stile Libero più del 90% dei sottostanti è rappresentato da fondi e sicav, che assicurano una marginalità netta molto buona, pari a circa 120 punti base oltre alle commissioni di performance. Per fare un confronto, i margini di Anima nei fondi sono pari a 38,4 punti base nel retail, quindi due terzi in meno.
Rispetto alla sottoscrizione di un fondo comune o una gestione patrimoniale le polizze consentono quindi di blindare di più il cliente, che al momento del riscatto perde quei vantaggi offerti proprio dal contenitore assicurativo. Una situazione destinata a perdurare visto che è poco probabile che il legislatore intervenga a breve per equiparare il trattamento dei diversi prodotti finanziari. Non bisogna infatti dimenticare che proprio le imposte sulle riserve tecniche aiutano non poco i conti dello Stato. La legge di stabilità 2013 ha stabilito un incremento dallo 0,35% allo 0,50% della tassazione sulle riserve tecniche, un aumento sceso allo 0,45% per gli anni successivi. Nonostante sia stato fissato un tetto massimo, il prelievo resta consistente. In base a un’analisi Unimpresa, si stima che questo inasprimento pesi per 1,3 miliardi di euro sulle assicurazioni per il triennio 2013-2015. (riproduzione riservata)