Tra gennaio e maggio 2014 i protesti si sono ridotti del 24,5% in numero e del 36,2% in valore. La diminuzione ha riguardato tutte le tipologie di effetti: gli assegni, le cambiali e le tratte.
È questo uno dei dati significativi che emergono dall’analisi sull’andamento dei protesti levati nelle province italiane, in base ai dati raccolti dalle camere di commercio ed elaborati da InfoCamere per conto di Unioncamere. Gli assegni revocati per mancanza di fondi sono diminuiti del 28,6% nel numero e di oltre il 33% nell’importo. Indicatori con il segno meno anche per le cambiali (-19% rispetto al 2013).
Tra le ipotesi che possono spiegare questo andamento, da una parte la maggior cautela dei consumatori e delle imprese ad assumersi impegni economici anche a breve termine; dall’altra, la crescente difficoltà, da parte dei possibili creditori, ad accettare pagamenti ritenuti poco affidabili. Il conto degli insoluti è arrivato ad ammontare, a fine maggio, a poco più di 800 mln, contro quasi 1,3 mld dello stesso periodo 2013.
Nel periodo gennaio-maggio, le regioni dove si sono concentrate le mancate promesse di pagamento sono state Lombardia, Lazio e Campania con un monte di scoperto pari, rispettivamente, a 142, 127 e 114 milioni di euro.
© Riproduzione riservata