Di Anna Messia
Vittoria Assicurazioni tiene dritta la barra. Mentre continua la frenata generalizzata del mercato Danni in Italia (-3% nel secondo trimestre 2014), la compagnia della famiglia Acutis prevede invece di chiudere il 2014 con un totale di 1.040 milioni di premi Danni, che rappresenterebbero una crescita del 5,8% rispetto al 2013.
Uno sviluppo in controtendenza rispetto alle altre compagnie che, sempre secondo le previsioni della società, porterebbe con sé un leggero peggioramento del combined ratio, al 91,2% dal 90,7% dell’anno scorso. Ma, in ogni caso, dentro i limiti degli obiettivi del piano industriale 2014-2016, che ha fissato un combined ratio medio nel triennio del 92%. Nel ramo Vita, invece, Vittoria stima di concludere il 2014 con premi totali di 230,4 milioni, rispetto ai 168,3 milioni del 2013 e flussi netti di 78,9 milioni, anche questi in crescita rispetto ai 53,4 milioni dello scorso anno. Numeri che, se confermati, permetterebbero alla compagnia partecipata anche dal fondo sovrano norvegese (con il 3,67%) di andare ben oltre le stime indicate nel piano 2014-2016, che ipotizzava una crescita media annua del 15%. A soffrire di più, all’interno del gruppo, è invece certamente il settore immobiliare che ha storicamente rappresentato un importante ramo di attività per la società: nei primi sei mesi dell’anno questo comparto aveva registrato una perdita netta di 4,58 milioni rispetto al rosso di 3,2 milioni del corrispondente periodo dell’anno precedente, a causa anche di svalutazioni per 3 milioni di crediti finanziari vantati nei confronti della collegata Rovimmobiliare srl, posta in liquidazione. Ma in ogni caso il gruppo assicurativo conta di chiudere l’anno con un risultato netto consolidato di 70 milioni, contro i 53,5 milioni del 2013 che avevano però risentito dell’aggravio Ires (16,3 milioni) senza cui il risultato sarebbe stato di 69,8 milioni. Indicazioni che sono piaciute a Banca Imi che su Vittoria Assicurazioni ha un giudizio add (comprare) con prezzo obiettivo di 11,5 euro. (riproduzione riservata)