Mediobanca in grande spolvero, a piazza Affari, dove ieri ha chiuso a 7,01 euro, +2,71%, dopo la pubblicazione del bilancio 2013-2014, ma anche dopo essere passata in negativo, nel durante, a causa dell’utile netto inferiore alle attese degli analisti.
L’ utile netto, peraltro, è stato di 465 milioni di euro, contro i -176 milioni di un anno fa, a seguito di rettifiche sulle partecipazioni per 404 milioni.
Per la merchant milanese è del miglior risultato netto dal fallimento di Lehman brothers, nel settembre del 2008. I ricavi sono cresciuti del 12% a 1,819 miliardi, il risultato operativo è migliorato del 17% a 1,028 miliardi. Il margine d’interesse si è poi attestato a 1,087 miliardi (+6%), con le commissioni salite del 3% a 424 mln. Nel corso dell’esercizio, l’istituto di credito guidato da Alberto Nagel ha inoltre ceduto pacchetti azionari in portafoglio per 840 milioni di euro complessivi, ricavandone plusvalenze per 240 milioni. Un tesoretto che Mediobanca ha subito riutilizzato per incrementare le coperture sui crediti deteriorati (apporto non ricorrente per 250 mln) anche in vista dell’Aqr. Sotto il profilo patrimoniale, la banca ha rafforzato ulteriormente gli indici, con il Cet1 salito all’11,1 dal 10,3% dei primi nove mesi) e il Cet1 fully phased (vale a dire calcolato conteggiando già i nuovi parametri di Basilea 3 che verranno imposti dal 2018) al 12,5%. Inoltre, nel corso dell’esercizio chiuso al 30 luglio, piazzetta Cuccia ha ridotto al 6,2% la partecipazione detenuta nel capitale di Rcs, dal 14,93% dell’anno passato, per un controvalore di 25 milioni di euro, ricavandone un utile di otto. Continua così la vendita degli asset, come annunciato a suo tempo da Nagel. Lo smantellamento ha già raggiunto oltre il 50% del totale di 1,6 miliardi di euro indicato da Mediobanca entro il 2016. Altre cessioni hanno riguardato Gemina, con l’azzeramento della quota, un incasso di 206 milioni e 70 di utili, Saks (55 mln incassati, utile di 29 mln), Intesa Sanpaolo (60 mln raccolti e 3 mln utile) e i Cashes Uci (148 mln e utili per 42,8 mln). La partecipazione in Telco, la holding di controllo di Telecom Italia, si è infine ridotta al 7,34 dall’11,62%.
Inoltre, nel corso dell’esercizio, piazzetta Cuccia ha ridotto di 2,1 miliardi l’esposizione ai titoli di stato italiani, portandola a 5,6 miliardi. È stata invece allungata la durata media, a 3,5 anni di fine giugno.
In conference call, l’a.d., Alberto Nagel, ha annunciato che Mediobanca parteciperà alla prima asta di oggi di Tltro della Bce solo per 570 milioni. Alla seconda asta, l’istituto chiederà fino a un massimo di un miliardo di euro.
Ma, al di là dei numeri, ora si guarda al nuovo assetto di piazzetta Cuccia. A sorpresa, Marco Tronchetti Provera potrebbe essere riconfermato nel ruolo di uno dei due vice presidenti di Mediobanca, questa volta su designazione del socio francese, Vincent Bolloré, dall’assemblea del 28 ottobre. Unicredit, a cui spetta una delle due designazioni, in quanto principale azionista di Mediobanca, sarebbe intenzionata a scegliere una figura femminile, che succederebbe all’ex numero uno di Hvb, Dieter Rampl.
© Riproduzione riservata