Andrea Ricci è il dirigente del servizio Prestazioni, una delle aree più interessate al confronto quotidiano con le mutate esigenze degli agenti di commercio. È cresciuto professionalmente in Fondazione Enasarco, dove è entrato giovanissimo nel gennaio del 1992 quando era ancora un ente semipubblico.

Ha vissuto in prima persona il passaggio alla privatizzazione avvenuto negli anni Novanta, un cambiamento che lui stesso focalizza come un punto di svolta professionale. «All’epoca guardai alla privatizzazione come a una grande opportunità per tutti noi», racconta ripensando a quei suoi primi anni da dipendente. «Il privato dava maggiore possibilità di far valere le proprie qualità e credo che i risultati a distanza di venti anni si siano visti dal momento che molti dei dirigenti di oggi appartengono alla mia epoca. Probabilmente per tutti noi la privatizzazione, nonostante alcuni momenti di difficoltà, è stata una grande palestra».

In poco più di 20 anni di servizio, Ricci, laureato in economia e commercio, ha ricoperto tante mansioni diverse, salendo un gradino alla volta fino ad arrivare al ruolo di responsabile del settore fiscale e dal 2010 di dirigente di un Servizio che, come suggerisce lui stesso, «rappresenta il core business della Fondazione, unitamente al servizio Contribuzioni e al servizio Vigilanza. «Ci occupiamo di pensioni», spiega, «le eroghiamo agli agenti di commercio, controlliamo e gestiamo le domande che ci vengono inoltrate e ci occupiamo della parte assistenziale, cioè di tutte quelle prestazioni integrative che vanno a completare il welfare statale e molte volte lo sostituiscono in toto.

A tal proposito abbiamo creato negli anni una serie di istituti volti a essere di supporto per i nostri iscritti».

 

Domanda. Molti utenti ci scrivono ogni giorno e in diversi casi ci ringraziano per la concessione del mutuo o per l’assegno di nascita. Vedono nell’Enasarco un istituto di riferimento?

 

Risposta. Intendiamo essere un punto di riferimento per i nostri utenti. Cerchiamo di coprire tutte le esigenze possibili: dall’assegno nascita fino all’ultimo e meno lieto evento che può essere l’assegno funerario. In mezzo c’è tutta una serie di aiuti economici che conferiamo a chi ne ha bisogno. Penso all’agente di commercio in difficoltà che ha appena perso il mandato, alla convenzione con primari istituti bancari per l’erogazione del mutuo fondiario, oppure a situazioni più piacevoli come ad esempio la possibilità di poter avere agevolazioni per soggiorni climatici e termali.

 

D. Ultimamente sono state aggiunte anche altre prestazioni. Come vi regolate nell’aggiornare la gamma dell’offerta?

 

R. È ovvio che da una parte abbiamo la necessità di rinnovarci, anche perché il mondo in cui viviamo è molto dinamico. Sappiamo che quello che vale oggi tra tre anni cambierà inevitabilmente e questo non riguarda esclusivamente le esigenze dei nostri iscritti ma più in generale quelli della collettività. Allo stesso tempo dobbiamo fare i conti con le quadrature di bilancio che sono un paletto che non possiamo trascurare. Avendo a mente questi equilibri siamo comunque riusciti a rimodulare alcuni istituti, senza ridurre il numero delle prestazioni ma anzi aggiungendone di nuove. Quest’anno abbiamo voluto inserire due nuovi tipi di agevolazioni, rivolgendo un occhio particolare alla famiglia. Il primo è il contributo per gli asili nido. Tutti noi sappiamo per esempio quanto sia difficile per molte coppie giovani che hanno figli riuscire a ottenere un posto in un asilo nido pubblico. Con un supporto economico cerchiamo di venire incontro alle esigenze di quelle famiglie che si trovano a dover affrontare questa situazione. Il secondo caso riguarda invece il contributo per i nuclei familiari al cui interno si trova un portatore di handicap, titolare della legge 104. Un’iniziativa quest’ultima con cui vogliamo dare il nostro sostegno a una situazione domestica particolarmente difficile. Nel complesso cerchiamo di fornire un servizio che sia il più completo possibile e a tal proposito non escludiamo altre novità in arrivo per il 2015.

 

D. Puoi raccontarci degli importanti sviluppi che riguardano i servizi digitali?

 

R. La novità più rilevante è sicuramente l’online. Da diversi anni l’Enasarco ha intrapreso un percorso di informatizzazione dei propri servizi attraverso un lavoro enorme compiuto dall’Information Technology accelerato negli ultimi mesi dall’arrivo del nuovo dirigente. L’ultima novità che mettiamo sul tavolo è la possibilità per i patronati di accedere a questi servizi. Potrebbe sembrare una novità di poco conto ma in realtà è il grimaldello per procedere a un’attività lavorativa estremamente più snella. Il primo servizio online che renderemo operativo a favore dei patronati è la domanda di pensione di vecchiaia. Oltre che a presentare la richiesta online accedendo dai propri pc e utilizzando le password fornite dalla Fondazione, o consultare le associazioni sindacali di categoria, da oggi gli iscritti avranno la possibilità di rivolgersi a un patronato e delegare questo tipo di operazioni. Uno dei vantaggi è legato al tempo di evasione della pratica, che già ora si è drasticamente ridotto. Una pensione di vecchiaia viene mediamente evasa in 20-25 giorni, ma se eliminiamo anche la documentazione cartacea, il tempo necessario al caricamento della domanda sui sistemi informatici e la verifica della documentazione amministrativa a supporto della domanda stessa che verrà eseguita direttamente dal patronato, è presumibile che il periodo di evasione si riduca di almeno un’altra settimana. Questo però è solo il primo anello di una catena di servizi online che di qui a pochi mesi rilasceremo in più step. Mi riferisco ad esempio alla possibilità per un patronato di verificare il calcolo previsionale della pensione online, di monitorare le prestazioni integrative, oppure stampare l’estratto conto dell’agente o il cud. Tutto ciò che oggi può essere fatto online dagli agenti, nel giro di pochi mesi sarà disponibile anche per i patronati.

 

D. Come nasce e si sviluppa un progetto trasversale di questo tipo, capace di interessare più servizi?

 

R. Un progetto del genere chiaramente investe le aree più importanti per quanto riguarda il processo di liquidazione della pensione di vecchiaia. Sono stati coinvolti i colleghi del servizio Prestazioni ma ovviamente senza il contributo dell’Information Technology non avremmo potuto raggiungere questo risultato. Un ruolo importante è stato anche ricoperto dalla Comunicazione, dal momento che abbiamo avuto bisogno di qualcuno che ci aiutasse a interagire direttamente con i patronati per organizzare al meglio questo processo lungo, faticoso ma dai risultati notevoli. E non dobbiamo dimenticare l’apporto prezioso del servizio Studi. Il tutto è stato realizzato con il contributo di risorse esclusivamente interne. Ho la sensazione che in questo momento storico la Fondazione Enasarco abbia in sé un bacino enorme di potenzialità, in certi casi persino inespresse. Il nostro obiettivo per i prossimi anni dovrà essere proprio quello di mettere in condizione le risorse più giovani di potersi esprimere e di costruire assieme alle generazioni più esperte e mature professionalmente una miscela completa ed esplosiva in senso positivo. Facendo un riferimento calcistico che a noi italiani piace sempre tanto penso all’Enasarco che stiamo costruendo come a una squadra dove possono amalgamarsi sia le forze del vecchio fuoriclasse che quelle del giovane pieno di talento.

 

D. Spesso porti la bandiera della Fondazione Enasarco a convegni e seminari in giro per l’Italia. Ci puoi dare una proiezione sulla figura dell’agente?

 

R. Io pensavo che con l’introduzione dell’ecommerce la categoria degli agenti di commercio sarebbe stata particolarmente penalizzata. Ma non è così. Non so se dipende dal fatto che l’ecommerce in Italia non ha preso particolarmente piede, oppure semplicemente perché le aziende riconoscono ancora la figura dell’agente come fondamentale per la propria attività. È un mestiere che vedo in una fase evolutiva e che è certamente cambiato rispetto al passato. Non poteva essere altrimenti. In un mondo caratterizzato dalla globalizzazione e dall’informatizzazione si rimane sul mercato solo se ci si adegua ai nuovi metodi di lavoro. Serve quindi maggior conoscenza dei mercati, delle lingue, delle tecnologie. Non c’è più l’agente che va in giro con la valigetta come qualche anno fa, ma c’è un agente munito di tablet, iPad o pc portatile. Forse il suo lavoro nei prossimi anni sarà meno itinerante. Con gli strumenti di oggi e di domani immagino un agente meno viaggiatore, che di fatto potrà avere la possibilità di lavorare direttamente da casa. Allo stesso tempo continuo a vederla come una figura professionale irrinunciabile per l’economia italiana. L’agente di commercio è non soltanto la «chiave» che accende la macchina ma anche la cartina di tornasole di come va l’economia, un riferimento prezioso e imprescindibile per analizzare l’andamento dei consumi. È una categoria che va salvaguardata e monitorata con attenzione.