La responsabilità civile (diretta) dei magistrati per «danno ingiusto» subito dal cittadino esce dalla legge comunitaria. E, dietro l’angolo, c’è il ddl Orlando, varato lo scorso 29 agosto, che stabilisce che ci si possa rivalere, ma agendo contro lo stato. È l’esito dei lavori della commissione politiche Ue di palazzo Madama sulla legge di delegazione europea 2013-secondo semestre (ddl 1519) e sulla legge europea 2013-bis (ddl 1533), approdate ieri in aula per la discussione generale. La staffetta parlamentare cambia, così, le norme approvate a Montecitorio, a firma di Gianluca Pini della Lega nord, autore di un emendamento in cui, oltre chiamare in causa esplicitamente il giudice, il ricorrente avrebbe potuto ottenere (naturalmente se accertata la colpevolezza del magistrato) risarcimenti sia per lesioni patrimoniali, sia per quelle «che derivino dalla privazione della libertà personale» (ItaliaOggi del 12/6/2014); i deputati si erano espressi sulla modifica con voto segreto, e ai «sì» del centrodestra si era unita parte della maggioranza. La linea su cui si muove via Arenula, al contrario del Carroccio, si fonda sulla responsabilità indiretta della toga: nei casi di «dolo, o negligenza inescusabile», anche legati a travisamento del fatto, o delle prove, lo stato dovrà obbligatoriamente rivalersi, nell’arco di tre anni, sul magistrato, richiedendo il 50% del suo stipendio annuale.