di Benedetta Pacelli  

 

Nessuna sanzione per i camici bianchi privi di polizza assicurativa. Perché il mancato assolvimento dell’obbligo non è imputabile ai singoli professionisti ma alla inadempienza del governo. È questo l’orientamento della Fnomceo, la Federazione nazionale dei medici e degli odontoiatri, in materia di responsabilità civile e professionale dei camici bianchi il cui obbligo è scattato dal 15 agosto scorso.

Numerosi sono infatti i quesiti, ha spiegato Luigi Conte, consigliere con delega in materia della Fnomceo, «che stanno arrivando in Federazione per ognuno dei quali stiamo cercando l’interpretazione giuridica più corretta. In ogni caso non crediamo sia giusto far ricadere le responsabilità del mancato assolvimento ai singoli colleghi».

Il punto, è che secondo la legge di riforma delle professioni (dpr 137/12), il mancato assolvimento della stipula di una polizza assicurativa costituisce un illecito disciplinare e come tale oggetto di sanzione da parte degli ordini territoriali. In questo caso, però, la colpa non può ricadere sui professionisti ma sulla mancata attuazione del regolamento da parte dei ministeri competenti. Quindi seppure l’obbligo è scattato dallo scorso 15 agosto, chi non provvede, ritiene la Federazione dei medici, non può essere sottoposto ad alcun provvedimento disciplinare.

C’è poi da chiarire l’ambito di estensione della polizza visto che il decreto sulla pubblica amministrazione (dl 90/14) ha precisato che l’estensione dell’obbligo non valga per i medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale, salvo che non svolgano attività intramoenia. E poi ancora da chiarire la posizione dei medici specializzandi come ha richiesto il Segretariato italiano giovani medici in un quesito inviato al ministero. Secondo la legge, infatti, questi non hanno alcun rapporto di dipendenza con il Servizio sanitario nazionale ma dal punto di vista assicurativo sono equiparati al personale dipendente strutturato. Nel frattempo gli occhi sono tutti puntati sul dpr in questione chiamato a disciplinare quei requisiti minimi cui dovranno ispirarsi i contratti assicurativi per garantire il rischio di esercizio dell’attività medica e sanitaria. Il provvedimento attuativo della legge Balduzzi (158/2012), punta ad agevolare la copertura assicurativa per le specialità a rischio, circoscrivere le responsabilità dei camici bianchi e limitare i costi dei risarcimenti. Il testo, su cui si attende il parere del dicastero per lo sviluppo economico, dovrà essere portato in prima lettura al consiglio dei ministri. In seguito passerà al Consiglio di stato, alla Conferenza stato regioni e poi di nuovo sul tavolo del Cdm.