di Angelica Romani
Ci sarà anche Sace nella missione del ministero dello Sviluppo Economico nell’Africa sub-sahariana che toccherà nei prossimi giorni Mozambico ed Etiopia. La missione governativa, la seconda nell’area nell’ultimo mese, conferma l’attrattività della regione per le aziende italiane, in particolare nei settori dell’agroindustria, nelle infrastrutture e nell’energia.
Il portafoglio delle operazioni di export e investimenti italiani assicurati da Sace in Africa sub-sahariana supera 600 milioni di euro, con un aumento del 77% rispetto a un anno fa.
Vi rientrano gli interventi a sostegno delle forniture dell’italiana Tuxor per la realizzazione della linea ferroviaria Awash-Weldia, uno dei principali progetti infrastrutturali in Etiopia, e quello al fianco del gruppo Coeclerici per la vendita di due navi transhipper per il trasporto di carbone dal porto di Beira in Mozambico. Sebbene meglio posizionata su questi mercati rispetto ad altri Paesi europei, come la Germania, l’Italia sconta però in quest’area l’elevata competitività di Cina, Stati Uniti, Brasile, come anche di Francia e Portogallo. Mozambico ed Etiopia contano una popolazione quasi doppia rispetto a quella italiana (112 milioni), ma rappresentano solo il 5,8% dell’export italiano in Africa sub-sahariana, per un controvalore di circa 330 milioni (oltre l’80% dei quali in Etiopia). Sono ben presidiati i comparti della meccanica strumentale (con export in aumento del 17% rispetto al 2012), mezzi di trasporto (+27%) e metalli (+12%), mentre la presenza italiana è ancora ridotta in quei comparti ad alta intensità di domanda da parte dei due Paesi africani. È in questa direzione, spiega il gruppo guidato dall’ad Alessandro Castellano, «che si colloca l’impegno di Sace per aumentare la capacità di penetrazione delle imprese italiane, specialmente pmi, aiutandole a intercettare le nuove direttrici di crescita ancora da esplorare». (riproduzione riservata)