di Paola Valentini
Crescono ancora gli iscritti ai fondi pensione italiani, anche se il ritmo resta modesto. Dai nuovi dati della Covip emerge che nel primo semestre il numero degli aderenti a fondi pensione negoziali, fondi aperti e polizze pip è salito nel complesso del 2,9% arrivando a fine giugno quota 6,38 milioni, poco meno di un terzo della platea dei lavoratori interessati.
Ma, guardando i dati in dettaglio, emerge una situazione a due velocità. Gli iscritti ai fondi negoziali sono rimasti al palo (1,95 milioni, nessuna variazione rispetto a fine 2013), mentre quelli dei fondi pensione aperti sono cresciuti del 3,5% a 1,018 milioni. Sempre sostenuta invece la crescita delle polizze pip, che nel semestre hanno messo a segno un incremento dei sottoscrittori del 6,9% a 2,28 milioni. A questi numeri vanno aggiunti gli aderenti ai fondi preesistenti (654 mila) e ai pip nati prima della riforma della previdenza integrativa (505 mila), i cui dati fanno riferimento alla fine del 2013 perché per questi comparti non ci sono rilevazioni in corso d’anno. Non va però dimenticato il fenomeno dei cosiddetti iscritti silenti. Per via della crisi che è costata il posto di lavoro a molti italiani, è in aumento il numero di coloro che interrompono il versamento dei contributi. Nell’ultima relazione annuale, quella relativa al 2013, la Covip (presieduta da Antonio Finocchiaro) ha stimato che nell’anno circa 1,4 milioni di posizioni individuali non sono state alimentate con il versamento di contributi. L’incidenza dei non versanti è contenuta nel comparto dei fondi negoziali (circa 200 mila posizioni) e dei fondi preesistenti (circa 100 mila), mentre risulta assai più significativa nelle forme promosse da intermediari finanziari e assicurativi (fondi aperti e pip) che totalizzano oltre 1 milione di posizioni sospese.
Quanto al patrimonio gestito, nel semestre c’è stata una crescita del 4,3% a 121,4 miliardi in virtù della raccolta e dell’effetto performance. I negoziali hanno visto crescere le risorse destinate alle prestazioni dell’8% a 37,2 miliardi, gli aperti del 7,7% a 12,9 miliardi e le polizze pip del 10,6% a 14,3 miliardi. A fine 2013 i fondi preesistenti detenevano attivi per 50,3 miliardi e i pip vecchi per 6,5. Sul fronte dei rendimenti, la situazione è positiva grazie al buon andamento dei mercati finanziari nel semestre e soprattutto al forte restringimento registrato nel periodo dallo spread dei titoli di Stato italiani, che ancora fanno la parte del leone nei portafogli dei fondi pensione italiani. Si va infatti dal 4% medio dei negoziali al 4,1% degli aperti fino al 3,6% delle linee unit linked dei pip. A confronto il Tfr in azienda ha reso molto meno: lo 0,9% netto. La liquidazione si rivaluta infatti del 1,5% fisso più lo 0,75% dell’indice dell’inflazione, che, come noto, è in frenata. (riproduzione riservata)