di Mauro Romano
Adepp, Epap ed Enpapi (ovvero Associazione degli enti previdenziali privati, Ente di previdenza e assistenza pluricategoriale e l’ente di previdenza e assistenza degli infermieri), in un incontro con Angelino Alfano hanno chiesto al ministro dell’Interno di rimuovere i vincoli che rischiano di colpire le pensioni dei professionisti. A partire dalla tassazione delle rendite finanziarie. I presidenti degli enti, Andrea Caporese, Arcangelo Pirrello e Mario Schiavon hanno ricordato al ministro che le rendite finanziari degli enti sono tassati al 20%, considerando che dopo l’aumento al 26% sono riuscite a ottenere un credito l’imposta del 6%. Un’aliquota però più alta dei fondi pensione che sono volontari, privati e di secondo pilastro, tassati all’11,5%, mentre gli enti rappresentano una previdenza obbligatoria, di primo pilastro. Il maggior rischio degli enti, in questo periodo, è però l’adeguatezza delle pensioni: un iscritto ad un ente, dopo 37 anni di iscrizione e di versamenti, ha una pensione con un tasso di sostituzione media di circa il 22%. Cioè fatto uguale a 100 l’ultimo reddito da lavoro autonomo, la pensione è ferma al 22%. La legge prevede poi che la rivalutazione dei montati (ovvero delle somme accumulate) su cui si calcola la pensione sia pari alla media delle variazioni quinquennali del pil nominale; il dato negativo di prodotto interno lordo che sta registrando l’Italia contribuisce quindi ad aggravare la situazione. «Vuol dire cioè che le pensioni già basse, con un tassi di sostituzione del 22%, saranno ulteriormente erose dalla mancata rivalutazione del montante», hanno allertato i presidenti. In particolare Pirrello, dell’Epap. L’ente da lui presieduto ha recentemente varato dei provvedimenti per impinguare i montanti, grazie al fatto che il suo bilancio tecnico a 50 anni vede un cospicuo avanzo di amministrazione. A questo ha aggiunto un correttivo per assicurare equilibrio tra gli iscritti, evitando pesanti disparità di trattamento tra chi è andato in pensione prima o dopo l’entrata in vigore dei nuovi coefficienti di trasformazione da montante in rendita. Ad oggi però i due provvedimenti sarebbero ancora bloccati al ministero dell’Economia. (riproduzione riservata)