di Manuel Follis
Un buco di 3.300 metri quadrati nel bel mezzo di Porta Nuova a Milano. Un quadrato scavato, non costruito, su cui nessuno sta lavorando, che stride con il resto del progetto immobiliare di sviluppo e che oggi è diventato il pomo della discordia di una disputa tra Hines Italia e Unipol. Al punto che la società immobiliare guidata da Manfredi Catella, dopo una trattativa durata anni, ha perso la pazienza decidendo di adire le vie legali contro la compagnia assicurativa.
Unipol dal canto suo eredita questa controversia dal fallimento di FondiariaSai e infatti il primo tentativo di mettere una toppa al buco, espressione in questo caso quantomai appropriata, risale a più di sette anni fa. Il primo atto di «permuta e compravendita» tra Meridiano Secondo FonSai e Hines risale a inizio 2007, quando la destinazione d’uso di questo lotto era esclusivamente «ricettiva-alberghiera». In realtà, per un meccanismo complesso, al gruppo Ligresti serviva superficie edificabile aggiuntiva e così le due società siglarono un contratto tale per cui Hines cedeva una piccola area (che andava ad aggiungersi a quelle già in possesso dei Ligresti) in cambio di alcuni impegni: realizzare un albergo a 5 stelle di caratura internazionale, il cui progetto sarebbe stato visionato dall’architetto Cesar Pelli (che ha realizzato la torre Unicredit), e inaugurare la struttura entro 30 mesi dall’inizio dei lavori. Qualora poi FonSai avesse voluto vendere, il fondo Porta Nuova di Hines avrebbe avuto diritto di prelazione. Ben presto si capì che FonSai non sarebbe riuscita a mantenere gli impegni e così si arrivò a una variante urbanistica (gli atti si trovano ancora sul web) con cui il Comune di Milano sostanzialmente eliminava il vincolo alberghiero e concedeva la flessibilità per edificare anche residenze o uffici. Eppure non si muoveva nulla, il buco era rimasto tale. Perché? Perché all’interno del gruppo dei Ligresti era avvenuto un cambio di strategia che non vedeva più prioritario per una compagnia assicurativa occuparsi di progetti di sviluppo immobiliare. Insomma, da quando tutto è iniziato, nel 2007, gli anni sono passati senza che nulla di sostanziale sia accaduto. Si è arrivati così al 2012, quando è stato trovato l’accordo per la creazione di una newco in cui Meridiano Secondo mettesse le aree e Hines i capitali per edificare sul «buco». Nel frattempo è andata in porto la fusione tra Unipol e FonSai e si è arrivato all’odierno nodo del contendere: Hines rivendica la firma di un accordo del febbraio 2013 che prevedeva la creazione della newco e lamenta che dal maggio di quell’anno Unipol ha bloccato qualsiasi attività. La compagnia assicurativa ha infatti deciso che del buco a Porta Nuova si occuperà in autonomia. C’è chi dice che all’inizio il gruppo guidato da Carlo Cimbri volesse edificarvi una sede e che poi invece sia tornato all’idea iniziale, cioè alla costruzione di un albergo. Di sicuro, da quanto risulta a MF-Milano Finanza, Unipol rivendica il diritto di gestire in autonomia questo mini-progetto di sviluppo immobiliare, mentre Hines appunto fa riferimento alla firma di un accordo e per questo avrebbe dato mandato agli avvocati. Sta di fatto che la questione, in concomitanza con il completamento del progetto Porta Nuova, uno dei principali piani di riqualificazione urbanistica e immobiliare di Milano anche in vista di Expo 2015, si fa sempre più fastidiosa. (riproduzione riservata)