di Paola Valentini
Profitti netti in calo per via dei forti investimenti in tecnologia, ma masse in aumento e un’evoluzione positiva delle commissioni per Mediolanum. Il gruppo ha chiuso i primi sei mesi con un utile netto consolidato del semestre di 164,9 milioni di euro, meno 17% rispetto al risultato dello stesso periodo dell’anno scorso che beneficiava di un importo straordinario di capital gain realizzati, oltre alle minori spese generali. «Lo scorso anno avevamo ottenuto circa 40 milioni di euro dall’attività di trading sui titoli di Stato in portafoglio, quest’anno invece l’incasso dalla vendita dei titoli è stato inferiore.
A gennaio», spiega a MF-Milano Finanza Massimo Doris, vicepresidente di Mediolanum e ad di Banca Mediolanum, «abbiamo venduto tutti i titoli con scadenza entro l’anno».
Nel semestre i costi totali sono stati di 492 milioni, contro i 448 milioni dei primi sei mesi del 2013. I ricavi da commissioni di gestione, uno dei business principali del gruppo, sono invece lievitati da 268 a 319 milioni, le commissioni di performance dei fondi sono salite da 84 a 86 milioni e le commissioni da servizi bancari sono passate da 49 a 53 milioni. «I risultati nel primo semestre confermano il trend di continuo aumento dei ricavi ricorrenti più importanti, ovvero le commissioni di gestione, il cui ottimo andamento ha più che compensato l’atteso calo del margine da interessi. Le spese generali risultano molto superiori al periodo corrispondente del 2013, a seguito dell’avvio di numerosi nuovi progetti di sviluppo, specialmente in ambito informatico», spiega il gruppo. Che sta cambiando pelle per diventare una banca a tutti gli effetti. E a questo proposito la Banca d’Italia ha comunicato, con decorrenza 16 aprile 2014, l’inclusione della holding Mediolanum Spa nel Gruppo Bancario Mediolanum, con qualifica di capogruppo.
A conferma del buon andamento del business c’è l’aumento delle masse gestite e amministrate che è salito a 61,284 miliardi, in crescita del 15% rispetto al 30 giugno 2013 e del 6% rispetto al saldo di inizio anno. Il common equity Tier 1 ratio al 30 giugno 2014 è pari a 18,09%.
Più in dettaglio, la raccolta netta di Banca Mediolanum è stata positiva per 1,89 miliardi complessivi, rispetto agli 1,23 miliardi dello stesso periodo 2013, un incremento legato al ritorno in positivo della raccolta amministrata. Da segnalare in particolare la raccolta in fondi (inclusa quella realizzata attraverso le polizze unit-linked) che si è attestata a quota 2,309 miliardi, in linea con il risultato record del primo semestre 2013. «In Banca Mediolanumriteniamo di poter chiudere il 2014 anche sopra i 3,3 miliardi di raccolta netta realizzata lo scorso anno», sottolinea Doris, «mentre sul fronte della raccolta in fondi potremo avvicinarci al livello record di 4,5 miliardi del 2013».
Il numero di promotori finanziari al 30 giugno 2014 è di 4.409 unità. Il totale dei clienti al 30 giugno 2014 si attesta a 1.064.300. I conti correnti e di deposito al 30 giugno 2014 hanno raggiunto un totale di circa 754.400 unità, con un incremento del 6% rispetto alla stessa data dell’anno scorso e del 3% da inizio anno.
Banca Esperia, la private bank in joint-venture con Mediobanca, ha messo a segno nel semestre un utile netto di 7,6 milioni (3,8 milioni di pertinenza del gruppo Mediolanum), +6% rispetto al periodo corrispondente del 2013. In aumento anche le masse amministrate a 15,509 miliardi (7,754 miliardi la quota Mediolanum), in crescita dell’8% rispetto al 30 giugno 2013, +1% rispetto a inizio anno. (riproduzione riservata)