di Andrea Montanari
Finirà con ogni probabilità oggi il testa a testa durato mesi tra i molti fondi internazionali interessati al portafoglio di Olinda Fondo Shops, gestito da Prelios sgr. A spuntarla, confermando le indiscrezioni rilanciate da MF-Milano Finanza lo scorso 13 giugno, sono stati i francesi di Axa Real Estate Investment Managers, che hanno battuto al fotofinish il gruppo Orion. Il valore della transazione è di poco superiore a 300 milioni. Oggetto del deal, il cui closing è previsto per metà dicembre, sono i 26 immobili retail ancora in pancia al fondo, tra i quali il Centro Commerciale Bicocca Village e Gate di Milano, il 45° Nord a Moncalieri, l’Uci Cinema di Pioltello e Grotte Center e il centro commerciale di nuova costruzione di Camerano. Un portafoglio che attualmente ha un valore di carico di 420 milioni, a fronte di debiti vicini a 220 milioni. L’offerta di Axa è stata a sconto, come dimostrano i numeri sul tavolo. Ma la sgr guidata da Paolo Scordino e Andrea Cornetti, visto il protrarsi del periodo critico per il settore immobiliare in Italia e la mancanza di una soluzione di sistema per i fondi in scadenza, ha deciso di affrontare il problema e anticipare altri competitor, trovando una soluzione che punta a fare gli interessi dei piccoli risparmiatori e a valorizzare il più possibile il portafoglio residuo nell’ambito di un processo competitivo, evitando di procedere alla liquidazione degli immobili oltre il termine di scadenza originariamente fissato. L’esecuzione dell’operazione consentirà a Prelios Sgr di procedere, in linea con l’attuale scadenza del fondo fissata fine 2014, all’attività di liquidazione. Ieri, tra l’altro complice il rally rialzista delle ultime settimane legato alle indiscrezioni sul possibile closing dell’affare, una quota del fondo valeva circa 160 euro. Olinda, lanciato nel dicembre del 2004 con un portafoglio iniziale di 42 asset per un valore di mercato complessivo di 743 milioni, è un fondo comune d’investimento immobiliare quotato sul segmento Miv di Borsa, che ha ottenuto un rendimento medio annuo del 5%, di poco inferiore al target del 5,5% previsto al momento del lancio, in una fase di mercato decisamente diversa rispetto a quella attuale. E proprio la crisi che attanaglia il settore da diversi anni comporta un inevitabile allungamento dell’orizzonte temporale dei progetti di investimento e l’approssimarsi a scadenza di molti fondi imporrebbero ritmi di dismissione del tutto incompatibili con i livelli di movimentazione del mercato attuale. A complicare il quadro, oltre alla lentezza burocratica e amministrativa, la decisione del governo italiano di avviare il programma di cessione del patrimonio pubblico: nei prossimi mesi ci sarà una tale offerta di immobili a prezzi scontati, che è facile immaginarsi come i cosiddetti fondi locusta siano già pronti a farsi avanti per fare shopping. A prezzi da saldo. (riproduzione riservata)