D a promotori a consulenti finanziari. Ma non è solo un cambio di nome quello che aspettano i professionisti dell’investimento a domicilio. Il riconoscimento di una funzione di consulenza che nei fatti già esercitano, prima di tutto. E poi una riorganizzazione normativa del settore, che rafforzi le prerogative dell’Albo dei promotori e lo estenda anche ai consulenti fee only, a parcella, che oggi non hanno un loro registro. «É già pronto un testo di legge frutto del confronto con il ministro dell’Economia e la Consob», spiega Maurizio Bufi, presidente di Anasf, associazione nazionale dei promotori. «Speravamo venisse inserito nel decreto compe-titività, appena varato. Purtroppo non è stato così». Casa della consulenza, così l’Anasf ha ribattezzato questo albo versione 2.0. A gestirlo oggi, anche organizzando i concorsi di ammissione, è un organismo che raggruppa le associazioni di settore, la stessa Anasf, Assoreti e Abi. La prima novità, stando alla bozza, dovrebbe essere la sua estensione anche ai consulenti a parcella. Quelli che, a differenza dei promotori, non agiscono su mandato di un intermediario e non possono vendere prodotti finanziari, ma solo fare consulenza. Al momento sono senz’albo, nonostante la legge lo preveda, e agiscono in deroga: «Siamo pronti ad accoglierli in una sezione del nostro», dice Bufi. Che mette anche in chiaro i rapporti di forza: «I promotori sono 50mila, di cui 30mila operativi, i
consulenti qualche centinaio ». E contesta la definizione che la bozza dà del loro ruolo. I promotori diventerebbero «consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede»: fin qui tutti d’accordo. I consulenti a parcella sarebbero invece «consulenti finanziari indipendenti»: «L’indipendenza non è un attributo del promotore, ma della sua offerta – contesta il numero uno Anasf poiché l’offerta degli intermediari per cui noi promotori lavoriamo è indipendente, anche la nostra lo è». Auguri ai risparmiatori, quando dovranno destreggiarsi tra queste definizioni. All’albo dovrebbe anche essere affidata anche la vigilanza sugli iscritti, oggi in capo alla Consob. I professionisti saranno così giudicati da un’assemblea di colleghi, anziché da un soggetto terzo: «Ma l’azione di un organismo intermedio come l’albo, privato ma con funzione pubblica, sarà più efficace rispetto a quella di un soggetto sovraordinato come Consob», risponde Bufi. Dopo l’approvazione partirà la trafila di decreti attuativi, tra Mef e Consob, che dovrà anche stabilire le quote di rappresentanza all’interno del nuovo albo: «L’iter durerà un anno e mezzo», conclude. Poi i promotori saranno consulenti, anche per la legge. Il presidente dell’Anasf, Maurizio Bufi