di Anna Messia
I fondi pensione si preparano alla grande rivoluzione, una serie di eventi destinati a cambiare in pochi mesi il volto del settore. La presidenza del Consiglio dei ministri, in questi giorni, ha dato via libera alle nuove regole d’investimento, che consentiranno ai fondi di avere accesso a strumenti finora off-limits, come materie prime o Paesi emergenti.
Senza più rigidi paletti, ma con un’attenzione maggiore al rischio d’investimento. Un po’ come nel caso delle nuove regole in arrivo per le assicurazioni (con Solvency II che partirà a gennaio 2016), anche per i fondi pensione saranno eliminate (o sensibilmente ridotte) le restrizioni quantitative. I gestori avranno insomma le mani più libere, ma dovranno dimostrare di meritare fiducia. Manca solo l’ultimo passaggio: la registrazione alla Corte dei Conti che dovrebbe arrivare nel giro di un mese. Insomma, al ritorno dalle vacanze i fondi pensione di troveranno sulla scrivania una riforma che attendono da più di un anno e mezzo. Con una curiosa coincidenza. Le nuove regole (che cambieranno il vecchio regolamento 703, nato 18 anni fa) arriveranno proprio mentre alla previdenza integrativa (fondi e casse) viene richiesto da più parti di partecipare attivamente alla crescita economica del Paese, con la Covip di Rino Tarelli che ha già aperto un po’ la porta ai minibond. «Viviamo una fase di importanti cambiamenti, da un punto di vista regolamentare e strutturale. Queste novità possono offrire l’opportunità per rilanciare il ruolo dei fondi pensione quali investitori istituzionali in grado di contribuire al finanziamento dell’economia reale del Paese», dice Sonia Maffei, direttore previdenza e immobiliare di Assogestioni. L’associazione ha tra l’altro organizzato un convegno sul tema Rivoluzione previdenziale. Nuove regole di investimento, finanziamento dell’economia reale e strumenti di attuazione, che si terrà l’8 luglio a Milano (in Piazza Fontana). Perché il nuovo 703 non è l’unica innovazione che sta per arrivare nel settore. In ballo ci sono novità anche «per le casse professionali», aggiunge Maffei, che dovrebbero avere nuove regole subito dopo l’avvio di quelle sui fondi pensione. Non solo. Si attende l’esito del «processo di revisione della direttiva Iorp», continua, che riguarda più in particolare la governance dei fondi, e si lavora al «progetto di armonizzazione dei prodotti pensionistici individuali», come per esempio le polizze previdenziali, di cui si sta occupando l’Eiopa.
Un cambiamento radicale, insomma, che appare quanto mai opportuno, alla luce degli attuali bassi tassi d’interesse sui titoli governativi che rischiano di penalizzare le performance. «Il nuovo 703 non solo è importante perché amplia la gamma d’investimento», dice Paolo Casadonte di Pioneer Investments, «ma anche perché dovrebbe dare una sferzata ai fondi previdenziali che negli ultimi mesi hanno beneficiato degli alti rendimenti dei titoli di Stato».
Insomma, i gestori dovranno iniziare a percorrere nuove strade. Ma meriteranno fiducia e i fondi pensione sono abbastanza strutturati per evolvere verso un modello in cui la gestione del rischio sarà determinante? «Di certo per i fondi grandi sarà più facile, ma in ogni caso il nuovo regolamento prevede un periodo transitorio», aggiunge Marina Gatti, responsabile clienti istituzionali Bnp Paribas IP, «mentre la gestione del rischio fa parte del mestiere dell’asset manager». (riproduzione riservata)