di Simona D’Alessio 

 

Avanzo economico pari a 787 milioni di euro, mentre il patrimonio netto raggiunge quota 7,3 miliardi. E un ricco pacchetto di misure (dall’indennità di maternità alla copertura sanitaria per «grandi interventi chirurgici e gravi eventi morbosi», fino ai mutui a tassi agevolati per interventi edilizi sulla prima casa o sullo studio) che va a beneficio di quei «40 mila ingegneri e architetti (il 27% degli iscritti attivi) che versano in condizioni finanziarie al di sotto della soglia di povertà». Via libera dal comitato nazionale dei delegati di Inarcassa al bilancio del 2013, occasione per la presidente dell’ente previdenziale, Paola Muratorio, per ribadire l’impegno a porre «gli associati al centro di tutte le scelte», che vanno dall’introduzione di pensioni minime a favore degli anziani alle agevolazioni alle contribuzioni per quelli più giovani. L’istituto, nei cui elenchi figurava al 31 dicembre dello scorso anno una platea di 167 mila 92 professionisti (di cui 77 mila 597 erano ingegneri e 89 mila 495 architetti) e 23 mila 80 pensionati, registra, dunque, una significativa crescita del saldo della gestione previdenziale (606 milioni contro i 518 dell’anno precedente), frutto del «positivo andamento della gestione patrimoniale e della costante riduzione dei costi di struttura derivante dagli ulteriori interventi di efficienza operativa adottati» nel corso dell’anno passato.

Il perdurare della crisi globale e l’incessante calo dei redditi, uniti alle difficoltà di accesso delle nuove generazioni al mercato del lavoro, spingono, però, Inarcassa a investire ulteriormente nel cosiddetto «welfare integrato»: nel 2013, infatti, è stata destinata la cifra complessiva di 98 milioni (a fronte, nello stesso periodo, di 79 milioni di nuove prestazioni erogate), per sovvenzionare, ad esempio, prestiti d’onore per giovani e professioniste madri di figli in età prescolare o scolare fino a 15 mila euro, su cui l’ente prende in carico il 100% degli interessi, nonché per garantire la reversibilità totale delle pensioni di invalidità e inabilità ai figli con gravi disabilità. Ed è «in via di definizione» l’attuazione del piano di assistenza sanitaria «long term care», protezione per l’iscritto dai rischi (futuri) di non autosufficienza.