di Francesca Vercesi
Carlo Giausa, direttore Servizi di Investimento e Wealth Management di FinecoBank, spiega la strategia di crescita della società.
Domanda. Oggi siete il primo broker in Europa con 916 mila clienti totali e il 2 luglio il gruppo comincerà a essere ufficialmente scambiato a Piazza Affari.
Cosa vi aspettate?
Risposta. Ancora più slancio per il nostro percorso di crescita che sarà rafforzato da una maggiore visibilità e che ci consentirà di aumentare la nostra capacità di attrarre sia nuovi clienti sia professionisti di rilievo.
D. Com’è cambiata in Italia la cultura degli investimenti in questi anni?
R. Con la crisi si è registrato nel mondo occidentale un generalizzato calo dei redditi da lavoro: fenomeno che riguarda anche i segmenti di clientela più elevati. Di conseguenza, l’integrazione del reddito da lavoro o da impresa con quello derivante dal patrimonio è diventata un’esigenza sempre più sentita e presente.
D. Quali sono le richieste che vi arrivano dai clienti private?
R. Di norma sono più esigenti. Ci chiedono più condivisione e partecipazione nelle strategie di investimento del patrimonio. Il nostro impegno è portare i clienti ad associare a ogni obiettivo di vita familiare un investimento con caratteristiche rischio/rendimento ben definite e non più solo di potenziale guadagno. A questo si aggiunge la richiesta di una trasparenza nella gestione dei patrimoni, cui abbiamo risposto già dal 2010 con un servizio di consulenza a parcella, FinecoAdvice.
D. In quest’ottica, quali novità avete in serbo?
R. Abbiamo lanciato Advice Unit, servizio di consulenza che combina ottimizzazione finanziaria, fiscale e successoria. Permette la massima personalizzazione degli investimenti, un rigoroso controllo del rischio, la compensazione delle plusvalenze e delle minusvalenze e un’adeguata pianificazione successoria.
D. State potenziando i servizi di advisory. Con quali risultati?
R. Nel 1° trimestre del 2014, abbiamo raccolto di circa 280 milioni di euro. Quindi molta attenzione per una consulenza più specializzata che riguardi l’intero patrimonio del cliente. A conferma di questa attenzione, l’anno scorso abbiamo inaugurato il programma wealth advisor forum, rivolto ai 140 professionisti più qualificati della rete, per i quali sono previsti interventi di alta formazione presso università italiane ed estere e specialisti di settore.
D. Che impatto prevedete con l’introduzione della direttiva europea Mifid 2?
R. Comporterà profondi cambiamenti per il settore; noi abbiamo già anticipato i requisiti che saranno introdotti da Mifid 2. Non ci aspettiamo quindi particolari impatti sul nostro modello di business.