di Anna Messia
L’Ivass scende in campo nel processo che vede imputato l’ex presidente dell’istituto Giancarlo Giannini per corruzione nella vicenda FondiariaSai assieme all’ex patron della compagnia Salvatore Ligresti.
L’autorità di controllo assicurativa, guidata oggi da Salvatore Rossi e finita nel frattempo sotto il coordinamento della Banca d’Italia, ha deciso di dichiararsi parte offesa davanti al Tribunale di Milano che l’8 maggio scorso ha rinviato al 12 giugno l’udienza preliminare, che proseguirà poi il prossimo 11 luglio.
L’istituto vuole quindi far sentire la propria voce nel processo, pronto a chiedere i danni se venissero appurati i reati. «L’Ivass è persona offesa» nel reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, si legge in un comunicato diffuso ieri dall’autorità, «e in tale veste si è costituito nel procedimento tramite i propri legali, esercitando i poteri che la legge conferisce a tale qualità processuale». Gli avvocati dell’istituto potranno così assistere alle udienze nella fase istruttoria, pronti però a calare un’altra carta se la situazione dovesse aggravarsi. Perché nella seduta del 22 aprile scorso il direttorio integrato dell’Ivass, in cui siedono il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco (che lo presiede), il direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass Rossi, i vicedirettori generali dei Via Nazionale, Fabio Panetta, Luigi Federico Signorini e Valeria Santucci, oltre ai due consiglieri dell’istituto Riccardo Cesari e Alberto Corinti, ha già dato mandato all’authority assicurativa di passare alla fase 2 se ce ne fosse bisogno.
Il direttorio ha infatti deciso che la costituzione in parte offesa si trasformerà automaticamente in parte civile nei confronti di Giannini qualora l’ex presidente venisse rinviato a giudizio per corruzione. Una decisione presa, a quanto pare, non per questioni di merito ma esclusivamente per ragioni economiche. Se Ivass avesse infatti deciso di costituirsi fin da subito parte civile nel processo, avrebbe dovuto nominare un avvocato penalista esterno, con un aggravio dei costi. In periodo di spending review si è invece deciso per ora di limitarsi alla prima fase, tenendo però il colpo in canna, pronti cioè a dichiararsi parte civile nel processo di Milano. Procedimento di cui, come noto, i legali di Giannini avevano chiesto il trasferimento a Roma. Ma il gup del Tribunale di Milano lo scorso 12 giugno ha rigettato la richiesta avanzata dalle difese di trasferire nella capitale gli atti per competenza territoriale, procedura che avrebbe di fatto azzerato il processo in corso.
Ligresti e Giannini, come noto, sono accusati di corruzione e l’ex numero uno dell’Istituto che vigila sulle assicurazioni deve rispondere anche dell’accusa di calunnia. L’inchiesta che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per i due indagati, avanzata dal pm Luigi Orsi, ruota in particolare intorno all’interessamento dell’ingegnere di Paternò per una nomina di Giannini all’Antitrust, una volta finito l’incarico in Isvap, in cambio di presunti omessi controlli nei confronti di Fondiaria-Sai. Tale nomina sarebbe poi saltata per via della caduta dell’ultimo governo guidato da Silvio Berlusconi e per l’esplodere della crisi che ha travolto la galassia Ligresti. Nei giorni scorsi anche una migliaio di risparmiatori e anche alcune associazioni di consumatori hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo. (riproduzione riservata)