di Roberta Castellarin e Paola Valentini
I fondi italiani stanno conquistando uno spazio sempre maggiore nei portafogli dei sottoscrittori, anche se la raccolta da parte dei fondi esteri si mantiene a un livello superiore. In base ai dati complessivi di sistema, nei primi quattro mesi di quest’anno i comparti italiani hanno messo a segno una raccolta netta di 9,1 miliardi di euro, importo vicino a quello ottenuto in tutto il 2013 (10 miliardi), mentre gli esteri hanno raccolto 19,2 miliardi, rispetto ai 35,7 del 2013.
Lo scorso anno la raccolta dei fondi italiani era tornata in positivo per la prima volta dopo 9 anni ininterrotti di rosso. In questo quadro non fanno eccezione le reti di promotori finanziari. Ad aprile la raccolta netta dei pf realizzata attraverso la distribuzione diretta di fondi e sicav è stata positiva per 757 milioni, con la prevalenza dei prodotti domiciliati all’estero (477 milioni). Ma non va trascurato «il crescente interesse nei confronti dei comparti di diritto italiano, che hanno registrato flussi netti per 282 milioni», come spiega Assoreti. Da inizio anno la raccolta dei fondi e delle sicav italiani da parte delle reti di promotori è stata di 628 milioni di euro, mentre nel 2013 era stata negativa per 61 milioni.
Ma dietro a questa ripresa dei fondi tricolore ci sono soprattutto le banche italiane, tornate a collocare allo sportello i fondi tramite le sgr di casa perché meno oberate sul fronte della raccolta obbligazionaria.
Se fino allo scorso anno gli istituti di credito erano pressati dalle esigenze di collocare obbligazioni presso i clienti retail in una fase in cui raccogliere sul mercato istituzionale non era facile causa le tensioni sullo spread, oggi, al calare della tensione sui mercati, le banche si rivolgono al risparmio gestito per migliorare i propri numeri di bilancio. Oltretutto l’attività sul credito segna ancora il passo, quindi l’asset management offre la possibilità di compensare con le commissioni il calo dei ricavi della gestione caratteristica. D’altra parte allo sportello i fondi riscuotono molto gradimento tra i risparmiatori perché il calo dei tassi ha molto ridotto le alternative disponibili sul mercato. Tutti fenomeni confermati da un’analisi di Assogestioni, in cui si sottolinea che dai picchi di rendimento di fine 2008, quando la tensione alle stelle sui mercati interbancari causa il fallimento di Lehman aveva spinto i tassi sui depositi all’1,4%, oggi i tassi sono scesi sotto lo 0,4%. La minore dipendenza delle banche dalla raccolta obbligazionaria presso i piccoli risparmiatori emerge dal confronto, condotto da Assogestioni su dati Banca d’Italia (si veda grafico in pagina), tra le emissioni di bond per i risparmiatori e la raccolta fondi dal 2007 a oggi. Inoltre, sottolinea ancora l’associazione dei gestori del risparmio, i margini di interesse (ovvero la differenza tra quanto le banche fanno pagare il denaro e quanto lo pagano) delle banche si stanno restringendo per via della diminuzione dei tassi, e ciò «sta spingendo gli istituti ad aumentare attività che generano margini da commissioni», dice Assogestioni. Si spiega così la forte ripresa della raccolta fondi che si è realizzata negli ultimi mesi. Numeri alla mano, i flussi netti nei fondi nei primi 4 mesi del 2014 hanno superato 28,3 miliardi, più del doppio rispetto ai 46 miliardi del 2013, ma il boom ha visto protagonisti gli sportelli bancari con flussi netti per 23,7 miliardi, contro i 4,6 miliardi messi a segno dai promotori. Non a caso i grandi nomi e quelli meno noti dell’asset management internazionale negli ultimi anni sono sbarcati in massa in Italia, attirati da una massa di risparmio che nonostante la crisi è ancora molto elevata. E adesso aspettano che gli sportelli si aprano ai fondi di terzi. All’inizio i gestori esteri hanno trovato ad accoglierli le reti di promotori finanziari che nel frattempo si stavano aprendo al modello multibrand e avevano bisogno di avere in catalogo nuove proposte da offrire ai clienti, che in banca potevano trovare solo fondi della casa. Poi sono arrivate le strutture di private banking che si sono aperte ai fondi di terzi. Ma adesso le cose stanno cambiando e visto che lo sportello ha riscoperto i fondi, i gestori esteri puntano su questo nuovo canale. Numeri alla mano nella classifica per raccolta netta di risparmio gestito nei primi quattro mesi del 2014, primo risulta il gruppo Generali con 13,2 miliardi. Segue Intesa Sanpaolo con 9,2 miliardi, di cui 8,6 miliardi relativi a Eurizon capital e 551 milioni su Banca Fideuram. Terze le Poste italiane con 4,4 miliardi, poi Pioneer con 3,9 miliardi e la neoquotata Anima holding con 3,4 miliardi. Al sesto posto c’è la prima società di gestione estera per raccolta netta 2014: è Invesco che è stata premiata in questi anni dalla scelta di puntare sui fondi multi-asset, ovvero i bilanciati di nuova generazione, e ha raccolto in questi quattro mesi 2,1 miliardi. Al contrario il gruppo Franklin Templeton, che negli anni passati ha fatto incetta di risorse in Italia passando dai 5 miliardi di patrimonio gestito a fine 2009 a quasi 29 miliardi a fine 2013, quest’anno registra una raccolta netta negativa per 2,2 miliardi. Pur essendo sceso a fine aprile il suo patrimonio riferito all’Italia a 26,5 miliardi, tutto peraltro costituito da fondi aperti, Franklin Templeton resta ancora il maggior operatore estero sul mercato italiano. La società di gestione ha puntato per anni sui fondi obbligazionari, anche con cedola, godendo per diverso tempo di un mercato dei bond brillante e ottenendo rendimenti di tutto rispetto.
Ma negli ultimi mesi per le obbligazioni il vento è cambiato e il tentativo di introdurre nei portafogli dei clienti una maggiore componente azionaria ha cozzato contro la maggiore concorrenza da parte degli specialisti in azioni, soprattutto gruppi esteri, e anche nelle sgr delle banche italiane, che propongono fondi dove è sempre maggiore il peso della componente azionaria e a distribuzione dei proventi, in modo da intercettare i risparmiatori italiani, da sempre affezionati alla cedola. Per presidiare di più il rapporto con le reti di promotori e private bank distributrici dei suoi fondi, Franklin Templeton ha rilanciato aprendo nei mesi scorsi tre uffici a Roma, Padova e Firenze e organizzando anche quest’anno un road show con gli investitori nelle principali città italiane. Il gruppo guidato in Italia da Sergio Albarelli ha messo a segno un doppio reclutamento nelle scorse settimane per rafforzare il team dedicato al mercato dei distributori con l’ingresso di Michele Quinto, ex Russell investments, in qualità di Sales Director Retail Business Italy, e di Paolo Tommasino, ex Threadneedle Investments, nominato Sales Manager Retail Business Italy. D’altra parte, dopo aver costruito la loro presenza in Italia prima grazie alle reti di promotori e poi alle divisioni di private banking, i gruppi esteri adesso aspettano al varco le banche italiane, che prima o poi apriranno i rispettivi cataloghi anche ai fondi di terzi. Intanto anche le reti di promotori finanziari e di private banker stanno andando all’attacco per difendere lo spazio conquistato approfittando negli anni scorsi della debolezza delle banche sul risparmio gestito, e oggi partite all’offensiva (creando in qualche caso esse stesse reti di promotori, ne è un esempio Bnl-Bnp Paribas).
A dominare nella raccolta sono le reti quotate, o in procinto di quotarsi. Primo per flussi netti totali nel periodo gennaio-aprile è risultato il gruppo Azimut con oltre 1,3 miliardi (considerando la somma delle tre reti del gruppo, ma senza tenere conto di raccolta istituzionale ed estera che portano il totale a 1,8 miliardi), seguito dalla prossima debuttante in borsa, Finecobank con 1,245 miliardi, da Mediolanum con 1,235 miliardi e da BancaGenerali con 1 miliardo. I nuovi reclutamenti puntano soprattutto sul private banking. Ad esempio Banca Generali, per la quale maggio è stato ricco di nuovi inserimenti, con 10 ingressi nella squadra guidata dal direttore commerciale Marco Bernardi, i tratti comuni dei nuovi consulenti sono: una grande esperienza e portafogli, in milioni di euro, a doppia cifra. Un dato in linea alla leadership della banca nella classifica Assoreti con una media di oltre 20 milioni a professionista. Tra i nuovi ingressi si segnala: in Sicilia Francesco Maria Borgia in uscita da Finecobank, Minò Cataldo da Ipibi Bank a Cosenza, Stefano Vecchi da Banca Monte Parma a Reggio Emilia e nel Nord-Est Giorgio Pesaro e Walter Lenardon entrambi in uscita da Hypo Alpe Adria Bank, mentre a Vicenza ha scelto di entrare nel team della banca del Leone Simon Pietro Pinna, accreditato di un portafoglio di quasi 50 milioni. Anche Fineco mantiene il suo focus sullo sviluppo del Wealth Management. La rete del gruppo ha recentemente visto l’ingresso del private banker Carlo Scoccimarro, ex di Banca Akros, che è entrato nel gruppo coordinato dal Group Manager Eugenio Ceresole nella struttura che fa capo all’Ufficio di Corso Venezia a Milano. Mentre nel primo trimestre 2014 AzimutConsulenza, AZ Investimenti e Apogeo hanno registrato 41 nuovi ingressi, portando il totale delle reti del gruppo Azimut a fine marzo a 1.500 unità. Anche Banca Mediolanum, guidata dall’ad Massimo Doris, è in piena campagna di arruolamenti. Nel primo trimestre sono stati reclutati 81 professionisti, di cui 34 provenienti dal mondo bancario e da altre reti. Prosegue la crescita anche della promozione finanziaria Credem. La rete coordinata dal direttore commerciale Duccio Marconi ha superato i 4 miliardi di masse e i 500 promotori finanziari. Nei primi quattro mesi dell’anno sono 28 i promotori reclutati e il portafoglio medio della rete ha superato i 7,3 milioni. Credem punta a inserire altri 30 nuovi professionisti entro fine anno ed aprire altri cinque punti vendita.
Intanto anche le reti più piccole vanno all’attacco. Come Consultinvest investimenti sim che oggi conta su 400 pf, con una crescita di oltre il 50% rispetto a fine 2013. Da gennaio a maggio la sim guidata da Maurizio Vitolo ha reclutato 135 pf. I nuovi promotori provengono soprattutto da Simgenia, da cui la sim modenese ha reclutato oltre 90 professionisti tra gennaio e febbraio. (riproduzione riservata)