di Anna Messia

Mediolanum ha chiesto a Banca d’Italia l’iscrizione all’albo dei gruppi bancari. Una procedura che, come hanno chiarito ieri dalla società guidata da Ennio Doris, è stata assunta dopo avere preso atto «dell’entrata in vigore della normativa che prevede l’inclusione delle società a partecipazione finanziaria mista, come appunto Mediolanum spa, nel perimetro dei gruppi bancari» e della «conseguente comunicazione ricevuta dalla Banca d’Italia».

Il gruppo si è mosso sempre al confine tra l’attività bancaria, con la gestione e la distribuzione di conti correnti, e quella assicurativa, realizzata in particolare attraversoMediolanum Vita.

 

La holding del gruppo, Mediolanum spa, controlla più in particolare le società prodotto del business assicurativo (Mediolanum Vita eMediolanum Assicurazioni), oltre a Banca Mediolanum Spa, che opera attraverso più di 4.400 promotori finanziari e che rappresenta a sua volta la holding del gruppo bancario.

A quest’ultima fanno capo le società di gestione (come MediolanumGestione Fondi e le società irlandesi) ma anche le iniziative estere, come Fibanc in Spagna o anche Bankhaus August Lenz & co in Germania. Mediolanum spa detiene invece la partecipazione in Banca Esperia, la joint venture con Mediobanca, e una quota direttamente in Piazzetta Cuccia, del 2,63% (cui si aggiunge un altro 0,75% tramite Mediolanum Vita). Dal dicembre 2012 il gruppo è stato considerato da Consob, Banca d’Italia e Ivass un conglomerato finanziario a prevalenza bancaria. Come sempre, osservavano le authority, «l’attività era bilanciata nei diversi settori», ma era stata rilevata «la predominanza bancaria rispetto a quella assicurativa e il ruolo di autorità coordinatrice era stato assunto dalla Banca d’Italia». A questo punto Mediolanum passerà quindi da conglomerato a vero e proprio gruppo bancario e sarà soggetto alla vigilanza consolidata di Via Nazionale. (riproduzione riservata)