di Paola Valentini
Nuovo massimo storico per il patrimonio dell’industria italiana dell’asset management. A fine aprile, in base ai dati pubblicati da Assogestioni, gli asset totali di fondi e gestioni sono saliti a 1.405 miliardi di euro: il 55% è rappresentato da gestioni di portafoglio, tra le quali spiccano i mandati istituzionali (665 miliardi).
Tra le gestioni collettive dominano i fondi comuni aperti con 597 miliardi, risultato ottenuto grazie alla raccolta netta che nel mese è stata positiva per 7 miliardi, oltre che per effetto delle buone performance. Da inizio anno i flussi complessivi sono stati di 36,5 miliardi. In soli quattro mesi dunque il settore ha raccolto più della metà di quanto ottenuto in totale nel 2013 (62,5 miliardi). La parte del leone l’hanno fatta i fondi comuni aperti con una raccolta netta mensile di 3,9 miliardi, pari a 28,3 miliardi nei primi quattro mesi del 2014, un dato che supera anche in questo caso di gran lunga la metà della raccolta fondi di tutto il 2013 (46,5 miliardi). «Dopo aver chiuso a marzo il settimo trimestre in positivo, pari a 74,7 miliardi di euro dal terzo trimestre 2012, i fondi hanno inaugurato aprile con una raccolta di 3,9 miliardi di euro», sottolinea Assogestioni. Mentre dal canto loro i mandati istituzionali hanno registrato flussi netti per 2,5 miliardi (5,3 miliardi da inizio anno) e le gestioni patrimoniali retail hanno ottenuto 647 milioni (2,7 miliardi da gennaio). I fondi di diritto italiano hanno ottenuto 2,6 miliardi, il doppio di quelli di diritto estero (1,3 miliardi). Sul fronte delle singole categorie, a dominare sono sempre i fondi flessibili che nel mese hanno messo a segno una raccolta di 3 miliardi, pari a 15,8 miliardi da inizio anno. Segno sempre positivo per i comparti obbligazionari (1,6 miliardi di raccolta netta, 10,1 miliardi da inizio anno) che continuano a essere molto acquistati dai sottoscrittori dei fondi che ancora non sembrano fidarsi pienamente delle borse. Non a caso i fondi azionari hanno archiviato il mese di aprile con una raccolta netta positiva, 281 milioni, ma modesta rispetto agli obbligazionari e ai flessibili. Da inizio anno i fondi azionari hanno raccolto 2,4 miliardi. È andata in negativo, invece, la raccolta dei fondi bilanciati (-146 milioni, +2,1 miliardi da gennaio) e quella dei fondi hedge (-57 milioni, pari a -217 milioni da gennaio). Sempre in rosso i fondi monetari che per via dei tassi ai minimi, ormai fanno fatica a produrre rendimenti in grado di compensare le commissioni. Per questa categoria il mese si è chiuso con un saldo in rosso per 999 milioni, mentre da inizio anno lo sono per 2,1 miliardi.
Tra le singole società di gestione il gruppo che ha raccolto di più nel mese è stato Intesa Sanpaolo (1,6 miliardi), seguito dalla neoquotata Anima holding (1,2 miliardi) e da Pioneer (Unicredit) con 629 milioni. Tra gli altri big, segno meno invece per il gruppo Generali (-515 milioni) e per il gruppo Ubi (-68 milioni). Considerando le società estere operanti nel mercato italiano, il primato di raccolta del mese di aprile lo ha conquistato Invesco con 627 milioni: con questo risultato il gruppo gestisce ora in Italia 11,7 miliardi, tutti in fondi aperti. Ha registrato invece un saldo negativo Franklin Templeton (-439 milioni) pur restando comunque il maggior gruppo estero per patrimonio gestito in fondi aperti in Italia (26,5 miliardi). Tra gli altri esteri, sul podio della raccolta del mese salgono anche Allianz con una raccolta netta di 437 milioni e Deutsche asset and wealth management con 367 milioni. Guardando alle società di gestione quotate in borsa, Azimut ha ottenuto una raccolta netta di 289 milioni e il gruppo Mediolanum di 415 milioni. (riproduzione riservata)