di Anna Messia

Un tassello che a cascata ne sistema un altro. Con la probabile vendita di Bsi alla merchant bank brasiliana Btg Pactual, al momento in trattativa esclusiva, Generali Assicurazioni non solo potrà sfiorare (probabilmente in anticipo) l’obiettivo di dismissioni da 4 miliardi fissato entro il 2015 (oggi a quota 2,4 miliardi).

La compagnia triestina, con una mossa sola, potrà anche compensare il calo di Solvency I che sarà determinato dall’acquisto dell’ultima tranche del 24% di Gph (GeneraliPpf holding), previsto per fine anno. Certo è che gli obiettivi fissati dal ceo Mario Greco al momento del suo arrivo, ad agosto del 2012, quando tracciò la strada delle nuoveGenerali, si stanno facendo sempre più vicini, e a questo punto sono molti gli analisi che scommettono sulla compagnia italiana, considerata uno dei casi più interessanti di storie di ristrutturazione nel settore assicurativo. Come Barclays, per esempio, che si dice convinta che «nel 2014 ci sarà una grande crescita delle performance operative diGenerali» e i risultati del primo trimestre sono già stati un buon assaggio.

L’ utile netto di 660 milioni è andato oltre le attese, ferme a 610 milioni, e ci sono stati andamenti migliori delle previsioni in tutti e tre i segmenti di attività. In particolare nel Danni, con 516 milioni di risultato operativo, ma anche nel Vita, che ha chiuso con 779 milioni contro un consensus di 754, e pure nei servizi finanziari, che hanno raggiunto 144 milioni, grazie in particolare alla controllata Banca Generali. A stupire è stato anche l’indice Solvency I che lo scorso aprile ha raggiunto quota 160%, target che il gruppo aveva fissato per il 2015, tanto che Greco si è potuto togliere qualche sassolino dalla scarpa. Non era facile far cadere «l’accusa che Generali fosse una società che doveva ricorrere agli azionisti per avere più capitale», ha detto il giorno della presentazione dei risultati ricordando le voci inesistenti che circolavano al momento del suo insediamento, «ma ci stiamo riuscendo con i fatti». A trainare la crescita della raccolta Vita nel primo trimestre, pari a 12 miliardi (+2,4%), è stata in particolar modo l’Italia che ha registrato un aumento dei premi del 27%, a 3,7 miliardi, grazie in particolare alla raccolta delle polizze risparmio e linked.

Mentre Francia (-7,6%) e Germania (-18,6%), gli altri due Paesi di riferimento del gruppo, hanno risentito del riposizionamento verso prodotti a maggiore profittabilità. Ed è sempre l’Italia a giocare un ruolo da protagonista anche nel ramo Danni, che ha chiuso il trimestre con premi complessivi stabili a 6,4 miliardi. Anche se non dal punto di vista della raccolta, scesa del 4% a causa del calo del premio medio Rc Auto. Per quanto riguarda, invece, il combined ratio l’Italia è sensibilmente migliorata dal 92% di marzo 2013 al 90,6% del primo trimestre dell’anno, grazie ai minori sinistri, a dispetto, per esempio, della Germania, ferma al 94%.

 

Gli occhi del mercato, in ogni caso, restano puntati a fine anno, quando Generali dovrà appunto chiudere la partita Gph, con un esborso già fissato a 1,234 miliardi. «La svolta patrimoniale di Generali sarà conclusa quando il finanziamento dell’ultima tranche Gph sarà messo definitivamente in sicurezza», sostengono gli analisti di Nomura e la dismissione di Bsi gioca ovviamente un ruolo decisivo in questa partita. Dalla cessione del 100% della banca, Generali dovrebbe infatti incassare una cifra che, secondo le stime, potrebbe variare tra 1,3 e 1,4 miliardi. Quindi più di quello che servirà per chiudere l’operazione Gph. E quando anche l’obiettivo di Solvency «sarà centrato», a quel punto il management potrebbe essere pronto «a pagare dividendi più generosi», sottolineando da Barclays, e questo farebbe aumentare il valore delle azioni di Generali. Probabilmente l’ultimo sassolino nella scarpa che Greco sarebbe ben contento di togliersi. (riproduzione riservata)