di Anna Messia
Le masse gestite e amministrate sono salite a 58,9 miliardi, con un incremento del 10% rispetto al primo trimestre 2013, ma il gruppo Mediolanum ha chiuso il periodo gennaio-marzo 2014 con un utile consolidato di 80,9 milioni, in calo del 41% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Nonostante la frenata dell’utile l’attività di raccolta e le commissioni continuano infatti ad aumentare.
Nel primo trimestre di quest’anno la raccolta netta della controllata Banca Mediolanum è stata in particolare pari a 859 milioni, contro i 717 dello stesso periodo dello scorso anno. Con i conti correnti e di deposito che hanno superato i 743 mila, in crescita del 4% rispetto a marzo dello scorso anno e del 2% dall’inizio dell’anno. Come sono aumentati anche i promotori finanziari da 4.329 di marzo 2013 a 4.425 del primo trimestre di quest’anno. «Ad aprile la raccolta netta ha raggiunto 1,211 miliardi, contro i 933 milioni dei primi quattro mesi dello scorso anno», continua Doris, «a dimostrazione che il gruppo sta continuando a crescere e noi siamo pronti ad investire sullo sviluppo». C’è poi un altro elemento da considerare per spiegare la frenata del risultato netto: gli ingenti investimenti che gli adeguamenti normativi stanno richiedendo alla banca, a partire dall’allineamento alle nuove regole di Solvency II. Impegni per cui Mediolanum ha messo a budget una spesa di 20 milioni per il 2014. Intanto ieri in borsa il titolo ha perso il 3%, in un giorno in cui però l’intero comparto bancario ha sofferto molto. (riproduzione riservata)