di Anna Messia
Tutto da rifare per il riassetto di Future Generali Insurance, la compagnia Danni indiana di cui Generali Assicurazioni detiene il 26%.
I partner che lo scorso a marzo del 2013 avevano firmato un accordo per il passaggio di mano di una quota della società, ossia la Future Retail di Kishore Biyani (che detiene il 74%) e la Larsen & Toubro Finance (che sembrava pronta a rilevare il 51%), hanno annullato all’improvviso le trattative avviate da più di un anno. L’operazione avrebbero dovuto portare alla fusione di Future Generali Insurance con L&T General Insurance, il ramo assicurativo di L&T, aumentando le dimensioni della compagnia anche a vantaggio di Generali, che avrebbe mantenuto inalterata la propria quota del 26%. Lo stop inaspettato, a quanto pare, è stato determinato da divergenze sulla valutazione (il 51% sarebbe passato di mano per circa 61 milioni di euro) ma anche da problemi e ritardi delle autorizzazioni richieste per chiudere l’operazione.
A questo punto Biyani, l’imprenditore indiano partner di Generali nel Paese anche nella compagnia Vita (Future Generali Life), a corto di liquidità da tempo, dovrà cercare un nuovo acquirente per dismettere parte della propria partecipazione. Alla partita Generali assiste senza avere grandi possibilità di intervento, considerando che le leggi indiane non consentono a gruppi stranieri di superare il 26% del capitale di società locali, soglia già raggiunta dalla compagnia assicurativa triestina guidata da Mario Greco. Ma l’India appare un mercato interessante cui Generali non vuole rinunciare. A gennaio, tra l’altro, è stato nominato un nuovo ceo per Future Generali, Munish Sharda (arrivato da Aviva India), e nei primi nove mesi 2013 la compagnia Danni Future Generali Insurance ha registrato premi per 115 milioni contro i 104 dello stesso periodo dell’anno precedente. Generali, come detto, è poi presente nel business Vita, conGenerali Future Life, anche in questo caso con una quota del 26%, assieme a Biyani (che detiene il 52,5%) e a Industrial Investment Trust Ltd, che l’anno scorso ha rilevato dall’imprenditore indiano il 22,5%, apportando una rete di 16 negozi finanziari e 300 uffici sparsi nel Paese. (riproduzione riservata)