di Teresa Campo
Finalmente una buona notizia sul fronte dei mutui ipotecari, che apre spiragli di ripresa anche per il mercato della casa. Dopo il crollo degli anni scorsi nei primi tre mesi del 2014 l’erogato è tornato a crescere, e con un brillante +20,8% rispetto all’analogo periodo del 2013. Era dal 2011 che non si registrava un dato positivo. È quanto emerge dal Rapporto Immobiliare 2014 elaborato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate (Omi) e dall’Abi sulla base di un campione rappresentativo di 88 banche.
Anche se preannunciato da una decisa ripresa della domanda di mutui registrata a partire dalla scorsa estate, l’exploit era abbastanza inaspettato. I risultati definitivi dell’intero 2013, riportati anch’essi nel rapporto Omi-Abi, mostrano un mercato dei mutui casa ancora in calo del 7,7% a 143.572 unità, molto meno peggio del drammatico -38,6% del 2012, ma ancora in flessione.
A dare slancio al mercato dei mutui nel primo trimestre 2014 è stato il miglioramento del cosiddetto indice di accessibilità delle famiglie al mercato immobiliare (parametro elaborato dall’ufficio studi Abi) che si è riportato al 6,7%. Rispetto al primo semestre 2013 l’incremento è di ben 2,1 punti percentuali, ma soprattutto l’indice ha finalmente riguadagnato i livelli pre-crisi, quando le difficoltà registrate in seguito dai debiti sovrani erano ancora sconosciute.
Due i fattori che hanno contribuito a rinvigorire l’indice. In primo luogo il miglioramento del rapporto tra quotazioni di mercato e reddito disponibile delle famiglie, e questo grazie alla diminuzione dei prezzi delle case che hanno largamente compensato guadagni non certo in crescita delle famiglie. Il resto l’hanno fatto i tassi di interesse sui mutui, sempre ai minimi, e il ridimensionamento degli spread.
Del miglioramento delle condizioni di accesso all’acquisto della casa hanno beneficiato anche le fasce più deboli come giovani coppie e abitanti dei grandi centri urbani. In termini distributivi la quota di famiglie che oggi risponde ai requisiti minimi reddituali per ottenere il finanziamento (la rata del mutuo non deve supera un terzo dello stipendio) è infatti tornato poco sopra il 50%, percentuale in netto recupero rispetto a cinque anni fa.
Ma assieme alle molte luci il Rapporto evidenzia ancora qualche ombra. «Ovviamente le luci sono rappresentate dall’indice di accessibilità: oltre il 50% delle famiglie è in grado di acquistare la prima casa», ha spiegato il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini. «Esprime quindi una solidità delle famiglie che anche negli anni della crisi ha garantito la tenuta del sistema». Le ombre sono invece rappresentate da almeno un paio di fattori: intanto la persistente debolezza delle compravendite e poi il dubbio che l’exploit dei mutui nei primi mesi del 2014 sia dovuto alla riduzione delle imposte sull’acquisto della prima casa, entrata in vigore il 1° gennaio. Insomma il risultato potrebbe essere stato un po’ gonfiato da chi ha ritardato la firma del rogito per pagare meno tasse. Solo i prossimi mesi diranno come è andata veramente. «In ogni caso l’Indice di accessibilità», ha concluso Sabatini, «e i segnali di miglioramento dei settori produttivi, inducono comunque a un moderato ottimismo». (riproduzione riservata)