di Paola Valentini

Tra qualche anno con ogni probabilità gli Stati Uniti non rappresenteranno più il mercato dell’asset management con il maggior patrimonio gestito al mondo, passando lo scettro all’Europa. Lo dicono i numeri. Nel 2007 l’industria del risparmio gestito globale contava su asset di 52 mila miliardi di dollari, di cui 27 relativi agli Usa e 14,3 all’Europa.

Nel 2008 le masse riferite agli Usa erano scese a 22 mila miliardi su un totale di 43 mila. A fine 2013, secondo un report di Cerulli Associates appena uscito, il patrimonio in gestione a livello mondiale è risalito a 70 mila miliardi di dollari, di cui 30.300 miliardi negli Usa e 24.900 in Europa. Una tendenza, quella che registra un peso sempre maggiore del mercato europeo dell’asset management, che dovrebbe proseguire nei prossimi anni.Cerulli Associates stima infatti che nel 2017 l’industria dell’asset management globale gestirà 90 mila miliardi, con una crescita del 24% rispetto a fine 2013, e gli Usa rappresenteranno una fetta pari a 37 mila miliardi, con una crescita del 23%, mentre l’Europa salirà del 25% a 31 mila miliardi di asset under management. Il sorpasso, insomma, appare ormai a portata di mano.

Quanto alle asset class, per Cerulli, nonostante il maggior favore goduto oggi dalle azioni, nei prossimi anni non bisognerà sottovalutare l’importanza delle gestioni obbligazionarie (che già negli ultimi sei anni hanno registrato un boom). Secondo le stime, a fine 2013 gli asset del risparmio gestito investiti in azioni erano il 42% del totale, quelli obbligazionari al 27%. Nel 2017 le previsioni indicano che le gestioni azionari resteranno pressoché stabili su questa soglia, mentre quelle obbligazionarie saliranno al 32% a discapito delle gestioni monetarie, per le quali si prevede un crollo dal 16,5% di fine 2013 all’8,7 tra tre anni. Stabili invece a poco più dell’8% le gestioni bilanciate.

Cerulli analizza anche i Paesi europei su cui le società di gestione che collocano i fondi in più mercati si stanno concentrando maggiormente. Al primo posto c’è la Svizzera con il 78%, seguita dal Regno Unito (67%), Germania (63%) e Italia (37%). Proprio in Italia negli ultimi mesi sono sbarcati numerosi gestori internazionali che puntano a cavalcare la ripresa della raccolta. (riproduzione riservata)