di Carlo Giuro
Così come evidenziato dall’Ania in una Audizione parlamentare la spesa sanitaria privata è cresciuta negli anni recenti più di quella pubblica. In particolare, espressa in euro, la crescita della spesa pro capite è stata da 502 euro nel 2009 a 530 euro nel 2012 (+5,7%), mentre nello stesso periodo la crescita della componente pubblica è stata pari all’1,3%. Quella che è poi una peculiarità tutta italiana è rappresentata dal fatto che il finanziamento della spesa sanitaria mediante fondi sanitari (fondi o casse sanitarie, società di mutuo soccorso) o imprese di assicurazione, è molto basso (lo 0,03%) mentre il finanziamento è in preponderanza «out of pocket», grava cioè direttamente sulle tasche dei cittadini. La spesa out of pocket è pari a circa il 18% della spesa sanitaria, valore sensibilmente più elevato di quello riscontrato nei grandi Paesi dell’Unione; in Olanda è al 6%, in Francia al 7%, nel Regno Unito al 9%, in Germania al 13%. È poi particolarmente ridotta la diffusione delle polizze sanitarie. Secondo il recente Ania trends nel 2012 la percentuale delle famiglie in possesso di almeno una polizza malattia era solo il 4,3%. In prospettiva evolutiva va evidenziato come sia in corso un ampio dibattito su una possibile convergenza tra fondi pensione e fondi sanitari in una prospettiva di welfare integrato. Ma è utile da sapere che anche i fondi pensione, attraverso il proprio meccanismo di funzionamento, possono coprire già ora il rischio salute. Una prima casistica è quella delle anticipazioni; è possibile infatti per l’iscritto chiedere anticipazioni sulla propria posizione individuale in qualsiasi momento e, dunque, a prescindere dall’anzianità di iscrizione, in misura non superiore al 75% della posizione individuale per far fronte a spese sanitarie riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche a seguito di gravissime situazioni relative all’aderente, al coniuge e ai figli. Le richieste di anticipazioni possono essere reiterate, anche in riferimento a una medesima causale, fermo restando il massimale anticipabile. Altra possibilità è quella legata ai riscatti totali in caso di invalidità permanente che comporti la riduzione della capacità di lavoro a meno di un terzo. Tale facoltà non può essere però esercitata nel quinquennio precedente la maturazione dei requisiti di accesso alle prestazioni pensionistiche complementari: in questi casi è possibile l’anticipo della prestazione pensionistica. Le forme di previdenza complementare possono poi prevedere anche specifiche coperture per il rischio di non autosufficienza (long term care). La copertura più diffusa è quella in fase di rendita con l’offerta della tipologia con specifica prestazione aggiuntiva nel caso in cui si manifesti la fattispecie della non autosufficienza. (riproduzione riservata)