di Andrea Montanari
A un paio di mesi dall’avvio del rafforzamento patrimoniale imposto da Banca d’Italia aCarige, in agenda per l’estate, torna sotto i riflettori la ricerca degli investitori disponibili a partecipare all’operazione da 800 milioni.
Investitori che si andranno ad affiancare alla Fondazione Carige, che detiene ancora oltre il 40% della banca ligure ed è pronta, come già anticipato da MF-Milano Finanza, a diluirsi di un ulteriore 15-20% pur avendo intenzione di continuare a giocare un ruolo importante nella partita per il rilancio dell’istituto. Così, anche in queste settimane di festività, l’ente presieduto da Paolo Momigliano, affiancato dall’advisor Banca Imi, sta sondando il mercato alla ricerca di potenziali partner, possibilmente istituzionali.
Così, anche per la moral suasion di Via Nazionale, torna d’attualità la soluzione che prevede il coinvolgimento delle altre fondazioni bancarie già azioniste di Carige, vale a dire la CariSavona, la CariCarrara e la Banca del Monte di Lucca che potrebbero affiancare l’ente di riferimento e dare continuità al progetto territoriale che resta nel dna dell’istituto di credito stesso, nonostante l’uscita di scena dell’ex plenipotenziario Giovanni Berneschi il fautore e sostenitore della «ligusticità».
Detto questo, sull’aumento di capitale della banca presieduta da Cesare Castelbarco Albani e guidata dall’ad Piero Montani continua a mantenere acceso un faro Andrea Bonomi. Il finanziere a capo del fondo Investindustrial, attivo sui dossier Mittel e Bsi (Generali), sta valutando se partecipare all’aumento. È possibile che sciolga il nodo al momento della definizione del prezzo di emissioni delle nuove azioni di Carige. (riproduzione riservata)