di Irene Elisei Class Cnbc
Debutto in calo a Piazza Affari per Anima, società attiva nel settore del risparmio gestito e primo gruppo a sbarcare sul segmento Mta di Borsa Italiana nel 2014.
Domanda. Il debutto non è stato spumeggiante ma i riscontri del collocamento sono stati più che buoni.
R. Mi ha molto colpito l’interesse che ho riscontrato all’estero per il Paese e nello specifico per la nostra società. Abbiamo notato una forte apertura di credito nei confronti di un’Italia che deve fare quelle riforme che sono richieste. Non credo che ci saranno ulteriori sconti in futuro qualora queste riforme non siano realizzate, almeno in parte. Quanto alla nostra società, come detto, offriamo un progetto semplice da capire per investitori che fanno il nostro stesso lavoro. Siamo una società che genera cassa, con un’importantissima leva operativa e che ha dimostrato di sapere crescere sia organicamente sia per via straordinaria.
D. Anima Holding è la quarta società di gestione del risparmio quotata dopo Azimut,Mediolanum e Banca Generali. C’è spazio anche per voi?
R. Lo spazio c’era e noi siamo andati a prenderlo. Il risparmio delle famiglie italiane è una delle grandi ricchezze del Paese. Ci sono 9 mila miliardi di ricchezza, una parte della quale, in quantità molto ridotta rispetto all’investimento immobiliare, è dedicata ai prodotti finanziari. Ecco perché, a fianco degli operatori che ha citato e che già hanno sperimentato storie di successo sul mercato, c’è spazio anche per noi con la nostra credibilità e il nostro progetto. Che non è uguale al loro, ma che troverà uno spazio all’interno di questa grande arena.
D. Quali sono le prossime mosse e le prossime sfide di Anima Holding?
R. Le sfide rimangono quelle che abbiamo definito nel piano industriale. Dimostrare di poter crescere organicamente, di meritare l’attenzione del mercato. Essere in grado di dialogare con i nostri partner distributivi nella maniera più adeguata per metterli nelle condizioni di servire al meglio la loro base di clientela che è molto, molto ampia. Al di là di questo guardiamo anche con attenzione al mercato del m&a, che non è ancora inserito nel nostro piano industriale. (riproduzione riservata)