di Andrea Giacobino
Pietro Giuliani, presidente e amministratore delegato di Azimut Holding, è quello che fra i manager ha guadagnato di più, ma che anche ha comprato più azioni del gruppo quotato.
Il dato emerge dalla lettura della Relazione sulla remunerazione allegata al bilancio 2013 di Azimut Holding che sarà approvato dall’assenblea.
Nella sua doppia carica, Giuliani ha infatti incassato, lo scorso anno, un compenso fisso di 1,49 milioni di euro, Marco Malcontenti (co-amministratore delegato) è stato remunerato per 743 mila euro, Paola Mungo (direttore generale) per 559 mila euro; mentre gli altri consiglieri Andrea Aliberti (540 mila) Renato Fantoni (55mila) Andrea Manetti (64 mila), Aldo Milanese (60 mila) , Stefano Gelatti Mach de Palmstein (636 mila), Franco Novelli (60 mila), Cesare Lafranconi (239 mila) e Paola Spando (172 mila) .
La relazione precisa che in casa Azimut «la remunerazione degli amministratori prevede un’unica componente fissa, in modo da assicurare, da un lato, un corretto ed adeguato bilanciamento in funzione degli obiettivi strategici e, dall’altro, l’allineamento alla politica di gestione dei rischi della società». «Non è pertanto prevista», aggiunge la relazione, «una componente variabile collegata ad obiettivi predeterminati, onde evitare comportamenti eccessivamente orientati al rischio o comunque focalizzati solo su risultati di breve periodo».
C’è peraltro da osservare che tutti i top manager di Azimut sono anche soci della quotata tramite la Timone Fiduciaria che detiene il 25% del capitale, il 20% del quale è sindacato da 1.346 persone fisiche che comprendono anche i promotori della rete di giuliani. E allora i numeri cambiano perché significa che lo scorso anno i dirigenti di Azimut, oltre lo stipendio, si sono divisi un cedolone di quasi 20 milioni (a valere sull’utile 2012), vedendo il loro titolo apprezzarsi da circa 13 euro a oltre 19 euro per poi viaggiare oggi oltre i 26 euro.
A fine del 2012 Giuliani possedeva oltre 2 milioni di titoli e lo scorso anno ne ha comprati altri 23.,493 mentre acquisti minori sono stati fatti dai consiglieri Mach de Palmstein (6.192 azioni) e Aliberti (3.682).
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