di Andrea De Biase
Generali ha chiuso il 2013 con un utile netto di 1,915 miliardi di euro, «il migliore degli ultimi 6 anni, ottenuto interamente grazie alle performance operative», ha sottolineato il ceo Mario Greco.
Il manager ha tirato le somme del primo anno di attuazione del piano triennale, «un anno di trasformazione profonda» che però «già dimostra la nostra forte capacità di raggiungere gli obiettivi del piano». Grazie ai risultati raggiunti il cda proporrà agli azionisti un dividendo di 0,45 euro per azione, più che raddoppiato rispetto all’anno scorso. «Questi risultati sono stati possibili grazie al lavoro che è stato fatto nel board e al supporto che non è mai mancato da parte dei consiglieri e degli azionisti», ha aggiunto Greco. Nel 2013 Generali ha riportato il focus sul business assicurativo, completando dismissioni di asset non core per 2,4 miliardi e acquisizioni di quote di minoranza in aree strategiche per 1,5 miliardi. Questo le ha permesso di chiudere con un risultato operativo in crescita del 5,3% a 4,2 miliardi e con un forte miglioramento della generazione di cassa, già oltre il target 2015.
Un aspetto, quest’ultimo, che Greco ha indicato come uno dei motivi di maggiore soddisfazione, e che ha consentito alle Generali di ridurre il debito di 500 milioni, abbassando di 80 punti base il debt leverage ratio a 39,6% (target 2015 35%). I risultati mostrano un significativo progresso con un Roe operativo cresciuto di 80 punti base a 12,1%, in linea con il target di un Roe operativo superiore al 13% entro il 2015. L’indice di Solvency si è attestato a circa il 150% a fine febbraio, in linea con l’obiettivo di superare il 160% nel 2015 (141% per l’intero 2013). Gli obiettivi, comunque, non saranno aggiornati. «I target si raggiungono o si mancano ma non si cambiano mai», ha sottolineato Greco. Che il risultato 2013 sia prevalentemente frutto della gestione ordinaria lo dimostra anche il fatto che le poste straordinarie di segno positivo e negativo si sono di fatto compensate. I capital gain realizzati con le cessioni e la rivalutazione del 6% di Banca d’Italia (plusvalenza lorda di 290 milioni) hanno assorbito l’impatto della svalutazione della quota in Telco, per 189 milioni, e della partecipazione in Bsi, per 217 milioni. Questa manovra dovrebbe consentire al Leone di mettersi nelle condizioni migliori per procedere alla vendita dei due asset. La quota Telecom in particolare dovrebbe essere liquidata già nella prima finestra utile prevista dai patti di Teleco e prevista per giugno. Per quanto riguarda invece Bsi, la svalutazione consentirà al Leone di avere maggiore flessibilità sul prezzo nelle negoziazioni con i soggetti potenzialmente interessati. Nonostante i buoni risultati conseguiti e l’annuncio del raddoppio della cedola, il titolo Generali ha chiuso la seduta in calo dello 0,86% a 16,16 euro. Sul titolo avrebbero pesato anche le vendite da parte del Fondo strategico italiano, che da settimane avrebbe iniziato la progressiva cessione della quota del 4% ereditata dalla Banca d’Italia. (riproduzione riservata)