di Valerio Testi
Azimut ha chiuso il 2013 con ricavi per 472 milioni rispetto ai 433,6 dell’anno precedente e un utile di 155,7 milioni (160,7 milioni nel 2012), che include l’impatto dell’addizionale Ires 8,5% sugli utili degli intermediari finanziari italiani del gruppo. Significativo il fatto che, grazie all’aumento delle masse gestite, su ricavi pressoché stabili sia comunque aumentato il peso delle commissioni ricorrenti, passate da 321 a 281 milioni. Il cda ha deciso di proporre all’assemblea convocata per il 24 aprile la distribuzione di un dividendo di 0,7 euro per azione (con stacco il 19 maggio), in netto aumento rispetto a quello di 0,55 euro dell’anno prima. La posizione finanziaria netta alla fine del 2013 era positiva per 363,5 milioni (278 milioni a fine 2012), che potrebbe tornare utile per acquisizioni (si guarda ancora al Sudamerica). Il patrimonio totale a fine 2013 si attestava a 24 miliardi. Farà il suo ingresso in cda di Paolo Martini, direttore commerciale del gruppo.