di Anna Messia
La riforma Rc Auto sta per essere rispolverata. Bocciata con una mossa a sorpresa dal governo di Enrico Letta e poi approvata a distanza di poche ore dal Consiglio dei ministri, ma sotto forma di disegno di legge, ora la nuova Rc Auto, con cui si intende far calare le frodi e i prezzi delle polizze, potrebbe subire un’accelerazione.
In sostanza per due ragioni. La prima è che al ministero dello Sviluppo Economico è stata appena riconfermata da Matteo Renzi il sottosegretario Simona Vicari (del Ncd). Proprio lei, all’interno dei dicastero, aveva ricevuto la delega sulla riforma dell’Rc Auto quando a palazzo Chigi c’era Letta. Vicari aveva cominciato a lavorare alla stesura del testo lo scorso giugno, chiamando a raccolta tutti gli operatori del settore e spendendosi fino all’ultimo minuto per favorire l’approvazione delle norme (contenute nell’articolo 8 del Destinazione Italia, ma poi eliminate). Al ministero dello Sviluppo economico, in verità, non sono ancora state definite le nuove deleghe e quindi non è certo che Vicari riceva di nuovo l’incarico di occuparsi del settore assicurativo, ma a questo punto appare prevedibile che sia confermata anche in questo.
C’è poi un altro elemento che lascia immaginare che il dossier Rc Auto sia presto ripreso in mano dal nuovo esecutivo, magari per essere inserito in una corsia più veloce rispetto a un disegno di legge. Quando, in occasione del Destinazione Italia, si arrivò alla conta sulla riforma della Rc Auto ed emerse una spaccatura all’interno del Pd, i favorevoli al via libera erano proprio gli esponenti più vicini al nuovo presidente del Consiglio.
Mentre deputati come Leonardo Impegno, assieme ad altri nove esponenti del Pd, promuovevano la cancellazione della riforma, l’ex sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis (vicino appunto a Renzi) sosteneva per esempio che l’eliminazione dell’articolo 8 avrebbe rischiato «di riportare alla casella di partenza anche la lotta serrata alle frodi assicurative» contenuta nelle nuove norme. A D’Angelis è stata offerto nel frattempo il ruolo di capo della segreteria di Renzi, e i nuovi equilibri di governo potrebbero quindi accelerare la riforma. Questa aveva ricevuto tra l’altro anche il sostegno dell’Ania, l’associazione delle compagnie di assicurazione la quale, nonostante avesse chiesto modifiche in più di qualche passaggio, alla notizia della cancellazione dell’articolo 8 affermò «che il Governo e il Parlamento hanno perso una grande occasione per ridurre i costi dell’assicurazione auto». (riproduzione riservata)