Di Andrea Giacobino
Piazza Affari ha apprezzato il compromesso raggiunto tra il management di Banca Carige e la Fondazione, azionista di riferimento, che prevede di posticipare di qualche mese l’aumento di capitale, evitando ulteriori strappi.
Il titolo Banca Carige ha chiuso la seduta di ieri a Piazza Affari con un balzo del 12,33% a quota 0,46 euro dopo che mercoledì il cda della banca ha ribadito l’impegno a esercitare la delega per l’aumento di capitale fino a 800 milioni entro il termine previsto di fine marzo in modo da eseguire l’operazione a giugno. Il board ha infatti assunto la prima metà del mese di giugno quale termine di inizio del periodo di offerta in sottoscrizione delle azioni. Una tempistica di questo tipo risulta in linea e coerente con gli impegni di pre-underwriting per la formazione del consorzio di garanzia, nonché con la necessità di provvedere a tutti gli applicabili adempimenti di legge. In questo modo l’istituto ha di fatto accolto la richiesta della Fondazione, principale azionista della banca con il 46%, di rinviare i tempi dell’esecuzione della ricapitalizzazione senza tuttavia convocare l’assemblea straordinaria. Tanto che la Fondazione ha revocato la precedente delibera di richiesta di convocazione dell’assemblea straordinaria.
Il rinvio della ricapitalizzazione darà più tempo all’ente che, non avendo le risorse necessarie per sottoscrivere per intero la propria quota, è alla ricerca di un partner cui vendere parte del pacchetto azionario, magari attraverso i diritti di opzione sull’aumento, evitando un’eccessiva diluizione. Il fondo Investindustrial di Andrea Bonomi, come riportato ieri da MF-Milano Finanza, non ha nascosto l’interesse a entrare in gioco proprio in occasione della ricapitalizzazione.
A questo punto gli analisti di Banca Akros si aspettano che il cda del prossimo 19 marzo della banca guidata da Piero Montani approvi i risultati 2013, il nuovo piano industriale, nonché l’importo dell’aumento di capitale da eseguire a giugno, coerentemente con le richieste della Banca d’Italia. «Lo scontro con il principale azionista è stato evitato e ribadiamo la nostra raccomandazione hold sul titolo con un prezzo obiettivo a 0,45 euro». Lo stesso giudizio di Equita che però ha un target price a 0,35 euro. (riproduzione riservata)