di Paola Valentini
Avvio d’anno in attivo per la raccolta dei fondi comuni aperti. A gennaio, in base ai dati Assogestioni, il risultato è stato positivo per 3,9 miliardi. In totale però l’industria del risparmio gestito ha iniziato il 2014 con una raccolta negativa per 1,5 miliardi a causa del rosso delle gestioni di portafoglio (-5,4 miliardi). Un dato peraltro imputabile ad alcune sistemazioni di portafogli infragruppo e non a riscatti, sottolinea Assogestioni: «Sul risultato finale di raccolta di gennaio pesano operazioni infragruppo che hanno comportato all’uscita dal perimetro della rilevazione di 13 miliardi, che non sono quindi deflussi», spiega l’associazione del risparmio gestito. Nel dettaglio, Mediolanum dal 1° gennaio ha eliminato i mandati di gestione infragruppo da Mediolanum Vita verso Mediolanum Gestione Fondi: l’operazione ha comportato l’uscita dal perimetro della rilevazione Assogestioni di 13,2 miliardi, registrati a diminuzione del patrimonio gestito e come raccolta netta negativa di gennaio. Il fenomeno non è in alcun modo collegato a disinvestimenti della clientela.
Nonostante ciò per effetto delle performance ottenute gli asset in gestione crescono ancora e arrivano a sfiorare i 1.335 miliardi, nuovo record storico dell’industria italiana dell’asset management. Il 55% del patrimonio è affidato alle gestioni di portafoglio (731 miliardi). Tra queste spiccano gli oltre 634 miliardi consegnati alle gestioni istituzionali. Il restante 45% è invece consegnato alle gestioni collettive (603 miliardi), tra cui dominano invece i fondi comuni aperti con 560 miliardi. Dati alla mano, il risultato totale negativo di gennaio è da attribuire alle gestioni di portafoglio istituzionali (-5,4 miliardi) che includono le gestioni di patrimoni assicurativi e previdenziali in rosso per 6,4 miliardi (le gestioni retail invece mettono a segno una raccolta netta positiva per 995 milioni). Mentre è brillante il risultato dei fondi comuni che proseguono in territorio positivo e ottengono, come detto, flussi netti per 3,9 miliardi, in crescita rispetto ai 2,7 miliardi del dicembre 2013. Segno che il feeling tra le famiglie italiane e i fondi comuni è in crescita dopo il boom di raccolta ottenuto nel 2013 con flussi per 48 miliardi. D’altra parte oggi i titoli di Stato non offrono più rendimenti allettanti volta e anche i tassi degli altri strumenti che per anni hanno fatto concorrenza ai fondi, come bond bancari e conti di deposito, non rappresentano più un’alternativa generosa. Da sottolineare anche che a gennaio i fondi di diritto italiano hanno superato per raccolta i fondi di diritto estero: +2 miliardi contro +1,8. Quanto alle preferenze dei risparmiatori, la scelta è stata dare carta bianca al gestore tramite fondi flessibili o bilanciati. Una mossa comprensibile in un momento in cui, tra tassi ai minimi e volatilità delle borse in aumento, le incognite per i risparmiatori non mancano. Le macrocategorie dei fondi più gettonate sono state infatti quelle dei fondi flessibili (+3,5 miliardi) e dei bilanciati (+1,2). Inoltre grazie alle performance ottenute lo scorso anno anche negli azionari si registrano flussi in aumento (728 milioni dai 676 di dicembre). (riproduzione riservata)