Servizio d’emergenza automatico obbligatorio su tutte le auto europee. Questa la principale novità approvata dalla Commissione per il mercato interno dell’Europarlamento, all’interno del pacchetto di nuove regole che se approvate in plenaria il prossimo 26 febbraio entreranno in vigore dal prossimo anno. Il nuovo servizio d’emergenza che in caso di incidenti gravi inoltrerà automaticamente si chiama «eCall», ed è un marchingegno che dovrebbe salvare molte vite umane. A quasi otto mesi dalla relazione parlamentare presentata alle Commissioni trasporto e mercato interno, è arrivata l’approvazione che si basa sul semplice principio secondo cui «eCall» registra lo choc attraverso dei sensori situati nell’airbag e chiama automaticamente il numero unico europeo (112). Il numero potrà essere attivato anche manualmente, grazie a un pulsante speciale che dovrà essere a disposizione su tutti i modelli. Il sistema «eCall», inoltre dovrebbe trasmettere il luogo e l’ora dell’incidente al centro di soccorso più vicino». Il sistema eCall potrebbe salvare fino a 2.500 vite ogni anno. Per me questo è un argomento decisivo per l’introduzione di questo servizio in tutta l’Unione europea», ha detto la relatrice del provvedimento Olga Sehnalová, europarlamentare ceca del Gruppo dei socialisti e democratici. In attesa dell’implementazione del nuovo provvedimento in tutti gli ordinamenti nazionali, gli Stati membri e i rispettivi servizi di telefonia mobile dovranno migliorare le loro infrastrutture per rendere possibile il servizio. Oggi solo lo 0,7% di tutti i passeggeri dell’Unione europea sono accessoriati di un sistema di chiamata d’urgenza. E il costo dell’installazione del servizio eCall è di circa 100 euro per veicolo. In Italia la sperimentazione su «eCall» è a buon punto, avviata dall’Automobile Club d’Italia con un progetto pilota organizzato in collaborazione con l’Aci di Varese e destinato a far emergere le criticità da risolvere per lo sviluppo su tutto il territorio nazionale del sistema.
Ogni auto con servizi d’emergenza
di Paolo Bozzacchi