di Roberta Castellarin e Paola Valentini   

Sono 6 milioni gli italiani che hanno finora aderito alla previdenza complementare e di questi circa 2 milioni lo hanno fatto con una polizza assicurativa Pip (Piano individuale pensionistico). Anche dal punto di vista degli asset in gestione i Pip hanno sorpassato i fondi aperti: i primi contano su 12,3 miliardi di euro in gestione, i secondi su 11,9 miliardi.

Colpisce, poi, il fatto che le polizze sono anche lo strumento che cresce di più anno su anno con un aumento delle adesioni nel 2013 del 19%, contro una crescita del 7,7% dei fondi aperti. Dietro a questo risultato c’è sicuramente un maggior sforzo distributivo messo in campo dai promotori finanziari nel promuovere i Pip. I quali offrono una duplice possibilità di investimento perché possono prevedere linee legate a unit linked (ovvero a fondi comuni) oppure a una gestione separata (gestione assicurativa tradizionale di ramo I). Anche Banco Posta si è rivelato un ottimo distributore e Posta previdenza risulta tra i Pip più venduti in Italia. In questo caso la formula è quella della gestione separata, che nel 2013 ha messo a segno un rendimento che sarà certificato nei prossimi giorni e che si attesta al 5,14% circa. Mentre per quanto riguarda i prodotti unit linked, ossia le polizze Pip che investono in fondi sottostanti azionari, bilanciati e obbligazionari, tra le più vendute ci sono quelle proposte dalla rete di BancaMediolanum.

E in questo caso la miglior performance 2013 è stata quella messa a segno da Ch Provident 1 con un risultato del 23%, segue nella classifica Crescita Previdenza di Generali Ina Assitalia con una performance del 16,8%. Tra i fondi aperti primeggia Arca previdenza linea alta crescita con una performance 2013 del 22%, seguita da Bim vita equity con un rendimento del 20% e da Creditras Unicredit linea dinamica (+19%).

 

La flessibilità dei Pip è una caratteristica particolarmente apprezzata proprio dai giovani che sono alle prese con le difficoltà nel mondo del lavoro e nel contempo sono quelli che hanno più bisogno di previdenza integrativa. Il sistema contributivo è infatti molto meno generoso rispetto a quello retributivo. La riforma Monti-Fornero del 2012, che ha inasprito le condizioni di accesso alla pensione pubblica, sta pian piano convincendo i lavoratori che dal punto di vista previdenziale è necessario correre ai ripari. Ma nonostante la riforma della previdenza complementare del 2007 che ha consentito l’adesione ai fondi con il Tfr, la pensione di scorta fa fatica a prendere piede. Anche se qualcosa inizia a cambiare perché la volontà delle società di gestione è adesso quella di orientare le famiglie a investire guardando al lungo termine.

Non a caso il tema del risparmio previdenziale e degli investimenti nel lungo termine saranno al centro dell’evento di Assogestioni che si terrà a Milano dal 26 al 28 marzo.

A puntare decisamente su una nuova soluzione assicurativa che combina una gestione separata con i fondi è Banca Generali. Nei recenti incontri con le reti in giro per l’Italia, l’istituto del Leone, forte dei numeri record con circa 2,8 miliardi di raccolta gestita nel 2013, ha presentato una soluzione multiramo a premio unico che associa alla sicurezza e alle opportunità di investimento, vantaggi fiscali e coperture assicurative. A febbraio partirà Bg Stile Libero che abbina alle garanzie della gestione separata RiAlto le prospettive di extra rendimento offerte dall’investimento in fondi di casa e di terzi. «Si tratta di una unit particolarmente innovativa grazie alla grande flessibilità nella scelta di investimento e nelle possibilità di accesso ai servizi aggiuntivi che variano dallo stacco della cedola della gestione separata alla possibilità di illimitati spostamenti tra i fondi, fino all’ampliamento delle coperture assicurative inserite nel prodotto, quali protezione caso morte, per infortunio e maggiorazioni a copertura in caso di minusvalenze», dicono da Banca Generali.

 

Così se lo scorso anno i fondi comuni sono stati i protagonisti della raccolta dell’industria del risparmio gestito nel 2013, contribuendo in modo rilevante al boom dei flussi (62,6 miliardi), in futuro il testimone potrebbe passare ai prodotti assicurativi e previdenziali. Dati alla mano lo scorso anno, secondo le statistiche di Assogestioni, i fondi comuni aperti hanno registrato una raccolta positiva per oltre 46 miliardi, nel frattempo le gestioni assicurative (queste comprendono le gestioni separate e le polizze unit linked non legate ai Pip, e le index linked) hanno attirato nei loro forzieri 11 miliardi. Le gestioni di patrimoni previdenziali (i fondi pensione aperti, i Pip, i fondi pensione negoziali, le casse di previdenza), hanno raccolto lo scorso anno 4,7 miliardi.

Quanto al patrimonio gestito gli asset delle gestioni assicurative stanno progressivamente lievitando e a fine 2013 sono arrivati a sfiorare i 500 miliardi, con un peso del 37,6% sul totale, contro i 558 miliardi custoditi dai fondi comuni (il 41,3% del totale). E le gestioni separate (non legate ai Pip) detengono asset, sempre secondo i dati Assogestioni, pari a 402 miliardi, ovvero il 75% delle gestioni assicurative. Le gestioni separate dei Pip invece hanno asset ben inferiori (circa 7 miliardi) anche perchè queste linee sono nate dal 2007 in avanti per accogliere il Tfr dei lavoratori che aderiscono alla previdenza complementare con il meccanismo del silenzio assenso, mentre le gestioni separate non previdenziali hanno una storia ultra trentennale. Anche sul fronte dei Pip gli iscritti puntano sulle gestioni separate invece che sulle unit linked. A fine 2012, secondo gli ultimi dati Covip, il 70% circa degli scritti e del patrimonio dei Pip si riferiva alle gestioni separate. Che hanno diverse armi in più per attirare gli investitori. Oltre all’esenzione dall’imposta di bollo, caratteristica comune anche a tutti gli altri prodotti previdenziali (fondi negoziali, fondi pensione aperti e Pip unit linked,) le gestioni separate sia previdenziali che non offrono rendimenti minimi garantiti, il consolidamento dei risultati (che possono quindi solo aumentare perché il rendimento ottenuto ogni anno è garantito) e presentano una storia di rendimenti piuttosto stabile perchè valorizzano gli asset in portafoglio al costo storico e quindi sono immuni dalle fluttuazioni dei mercati. Inoltre i loro investimenti da sempre prediligono i titoli di Stato, i cui rendimenti sono tassati al 12,5% e non con l’aliquota ordinaria del 20%. In media negli ultimi anni le gestioni separate non previdenziali hanno evidenziato risultati che si sono attestati sempre attorno al 4%. Un discorso questo che vale anche per le gestioni separate delle polizze Pip. Negli ultimi cinque anni queste ultime hanno sempre dato un rendimento che è oscillato tra il 3,5% e il 3,8%, contro ad esempio una maggiore volatilità dei risultati dei fondi aperti e delle unit linked. Ad esempio nell’anno peggiore dal 2005 a oggi, ovvero il 2008, gli aperti hanno perso il 14%, le unit linked il 24,9%, mentre nell’anno migliore, il 2009, gli aperti hanno reso l’11,3% e le unit linked il 16,3%. Tutto questo però a fronte di commissioni nei Pip sono mediamente più alti rispetto a fondi aperti e negoziali. Anche nelle polizze non previdenziali il capitolo costi non va trascurato perchè a fronte di maggiori coperture assicurative questi prodotti possono presentare al consumatore un conto piuttosto salato. (riproduzione riservata)