di Anna Messia
Prima ha detto no, poi ha corretto il tiro. Ma il fatto concreto è che il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, nel processo di privatizzazione delle Poste Italiane, non esclude qualche forma di incentivazione per i clienti oltre che, come già previsto nel piano privatizzazione, per i dipendenti. «Ai correntisti verranno riservate condizioni privilegiate? Non sono in grado di dirlo, ma in linea di principio direi di no», ha dichiarato il ministro dell’Economia in una fase iniziale dell’audizione in commissione Lavori pubblici del Senato.
Ma poco prima di lasciare l’aula ha puntualizzato che «per quanto finora si è parlato di condizioni privilegiate del personale ma non è esclusa qualche forma anche per i correntisti».
Insomma, le discussioni sono aperte e del resto l’interesse dei risparmiatori per la maxi-operazione che entro l’anno porterà sul mercato il 40% del capitale di Poste Italiane è già alto. Agli sportelli ci sono richieste di informazioni da parte dei clienti, aveva fatto sapere martedì l’amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, e ieri Saccomanni lo ha ribadito. Per quanto riguarda invece l’intero pacchetto di privatizzazioni avviate dal governo Saccomanni ha fatto sapere che entro quest’anno dovrebbero entrare nelle casse dello Stato i primi 8-9 miliardi dalla dismissione delle partecipazioni dirette in Poste, Enav, Eni e StM. Sono operazioni «di importi modesti in confronto al debito (2 mila miliardi, ndr)», ha detto Saccomanni, ma rappresentano un segnale che l’Italia deve dare all’Europa sul fronte della riduzione del debito stesso.
Il ministero dell’Economia conta poi di nominare «a breve» i consulenti legali e finanziari per l’operazione di dismissione delle partecipazioni in Poste ed Enav. Il Tesoro «ha attivato la selezione del consulente finanziario e del consulente legale per la quotazione di Poste italiane», ha fatto sapere Saccomanni, «e a breve tali consulenti verranno nominati e si potranno pertanto avviare, insieme alla società, le necessarie iniziative funzionali alla realizzazione dell’operazione». In tempi brevi, ha aggiunto, «sarà altresì attivata dal ministero la selezione del consulente legale e di quello finanziario relativamente all’operazione Enav».
Mentre per quanto riguarda Fincantieri il ministro ha infine puntualizzato che la riduzione della quota di partecipazione dello Stato (tramite Cdp che controlla il 100%) potrebbe discendere da un aumento di capitale della società, da realizzare contestualmente all’operazione di quotazione. La società risulterebbe rafforzata dal punto di vista finanziario e patrimoniale e le accresciute risorse potrebbero favorire il potenziamento della strategia industriale. (riproduzione riservata)