La periferia dell’Europa diventa una scommessa per far crescere il portafoglio azionario. In altre parole, i paesi del Sud dove sono in corso una politica di riforme e processi di ristrutturazione, nonostante la debolezza del contesto generale, vanno guardati con atteggiamento ottimista. A cominciare da Spagna, Portogallo, Grecia e Italia.
Sebbene su quest’ultima si punti con favore più alla dinamica delle valutazioni attraenti che a eventuali singole storie di ripresa. Da noi, comunque, è visto bene il settore bancario, almeno secondo gli specialisti di Generali investment Europe che hanno appena lanciato un nuovo comparto azionario molto concentrato (35-40 titoli del Sud Europa), il Gis european recovery equity, per il momento destinato solo alla clientela istituzionale. Sul settore, fa sapere il gestore del fondo François Gobron, «assisteremo a un corposo processo di consolidamento». Il fondo, interamente azionario e dalla volatilità a doppia cifra, è partito il 2 dicembre con una raccolta che si aggira intorno ai 150 milioni di euro (di questi 10 mln arrivano da investitori esterni, il resto viene dalla società). Non mancano i titoli italiani: la società di gestione del gruppo del Leone ha scelto di mettere in portafoglio Unicredit (2,7%). Ma gli occhi sono puntati anche su Finmeccanica e Prysmian. Nella strategia del fondo si guarda al lungo periodo (3-5 anni), alle small e mid cap e a titoli con un upside del 50%, «difficili da trovare in Italia» perché, diversamente da Grecia, Spagna e Portogallo, «il Paese non è arrivato ai minimi del ciclo», precisa il money manager. In portafoglio Spagna, Grecia (Piraeus Bank è uno dei titoli favoriti) e Portogallo sono più rappresentati dell’Italia e sono presenti, rispettivamente, con il 23, 22, 20 e 15%. «Siamo positivi sul futuro grazie alla ripresa in atto in Europa. La strategia di investimento si basa proprio sulla revisione al rialzo del rating nei paesi del Sud Europa, sul miglioramento dei mercati e sulle opportunità legate alla riorganizzazione in atto da parte delle imprese», conclude Santo Borsellino, ceo di Generali investment Europe. Il gruppo ha un patrimonio in gestione di oltre 330 miliardi di euro.