Il diritto alla salute dei cittadini è un principio universalmente riconosciuto, che però deve fare i conti con i magri bilanci dello Stato. Se nell’area europea il finanziamento pubblico dei servizi sanitari rappresenta la scelta prevalente, il contributo delle famiglie è diventato una parte fondamentale alla spesa sanitaria complessiva, sebbene in calo costante rispetto a qualche anno fa. Nel 2010 la quota di spesa sanitaria privata in Italia è stata di circa il 20%, di oltre tre punti più bassa rispetto a Francia, Germania e Austria.
Tra ticket sanitari, prestazioni specialistiche e alti interventi sanitari, ogni italiano spende in media 430 euro l’anno. Una spesa che incide sul budget familiare per oltre mille euro annui. Le cifre emergono dall’ultimo rapporto Istat sulla spesa sanitaria delle famiglie, pubblicato nel novembre 2012, secondo il quale nel 2010 le famiglie italiane hanno contribuito con proprie risorse alla spesa sanitaria complessiva per una quota pari al 19,5%, in calo di oltre cinque punti percentuali rispetto al 2000.
Partendo dalle statistiche ufficiali, la Cassa di assistenza sanitaria integrativa degli studi professionali ha proiettato il dato sulla popolazione dei dipendenti degli studi (oltre 300 mila gli iscritti a Cadiprof), scoprendo che i lavoratori che hanno beneficiato delle prestazioni sanitarie e socio-assistenziali erogate nel 2013 dalla Cassa attraverso il Piano sanitario e il Pacchetto famiglia, i due pilastri della sanità integrativa per gli studi professionali, hanno risparmiato in media 187 euro l’anno. Negli studi professionali, quindi, si assottiglia a 243 euro il dato sulla spesa sanitaria privata pro capite.
Dal rapporto Istat emerge poi come la spesa sanitaria complessiva nel 2010 rappresenti il 9% del Pil e viene finanziata per 7,2 punti percentuali con risorse pubbliche mentre i restanti 1,8 punti sono coperti attraverso risorse dirette delle famiglie. Il peso della spesa delle famiglie in percentuale di pil è leggermente più alto nel Mezzogiorno (2%) rispetto al Centro-Nord (1,7%), ma la differenza va attribuita soprattutto al divario di reddito tra le due ripartizioni. In valori reali, la spesa pubblica al Nord si attesta in media a 4.652 euro per ogni nucleo familiare, mentre il contributo dei privati (out of pocket) alla spesa sanitaria complessiva si aggira intorno a 1.163 euro per famiglia. Al Sud, invece, le risorse pubbliche arrivano a coprire 3.636 euro per famiglia, mentre la quota di spesa a carico dei soggetti privati è pari a 909 euro per ogni nucleo familiare.
E negli studi professionali? Secondo le prime stime, nel 2013 Cadiprof attraverso il Piano sanitario ha erogato circa 13 milioni di euro per prestazioni sanitarie a oltre 200 mila dipendenti e alle loro famiglie. Un risparmio medio notevole per gli iscritti alla Cassa, che si integra con gli interventi socio-assistenziali previsti dal Pacchetto famiglia. In questo ambito, infatti, le analisi indicano che nel 2013 sono stati erogati circa 3,6 milioni di euro per venire incontro alle spese di circa 9 mila iscritti sul fronte dell’assistenza pediatrica o la frequenza degli asili nido dei figli dei dipendenti, degli interventi a favore dei familiari non autosufficienti o della procreazione medicalmente assistita.
Si tratta di numeri che portano la Cassa di assistenza sanitaria integrativa degli studi professionali, presieduta da Gaetano Stella, tra i principali player della sanità integrativa su scala nazionale e confermano, ancora una volta, la centralità del welfare contrattuale all’interno degli studi professionali.