Entro il 31 marzo le forme pensionistiche complementari invieranno agli iscritti le comunicazioni annuali sull’andamento dei diversi comparti. Al di là del mero adempimento di una prescrizione normativa, rappresenta l’opportunità di un check up della propria situazione previdenziale e della bontà delle scelte fin qui operate in coerenza con le proprie aspettative oltre che dell’efficienza ed efficacia del gestore finanziario. Nel corredo informativo è compreso anche il progetto esemplificativo personalizzato che ha l’obiettivo di rendere visibile l’importo del montante accumulato e della prestazione attesa sulla base di una serie di ipotesi base fissate dalla Covip.
La versione del progetto esemplificativo personalizzata, inviata periodicamente, offre un responso in relazione a una serie di variabili come i dati relativi all’iscritto (età, sesso, ammontare della contribuzione, profilo di investimento scelto dall’ aderente) e quelli relativi al fondo pensione (costi nella fase di accumulazione, che variano da fondo a fondo, e della trasformazione in rendita, basi tecniche per il calcolo della rendita che comunque si cercherà di uniformare). Che cosa trova il sottoscrittore nel documento? Riguardo alle ipotesi relative all’età di pensionamento (originariamente 60 e 65 anni), si è tenuto conto delle novità introdotte dalla riforma Monti- Fornero. Al fine della redazione del progetto sono conseguentemente indicate età di pensionamento comprese in un range 62-70 anni. Si prevede innanzitutto che per la generalità degli iscritti la prima rata di rendita sia calcolata utilizzando i coefficienti di conversione relativi alle età di 66, 67, 68, 69 e 70 anni. Tale rappresentazione da un lato tiene conto della flessibilità introdotta dalla riforma circa la possibilità di scegliere il momento di accesso al pensionamento di base, dall’altro lato consente all’iscritto di valutare gli effetti della prosecuzione della contribuzione alla forma pensionistica complementare successivamente alla data di accesso alla pensione nel sistema obbligatorio. Per tutti coloro che raggiungeranno il 66° anno entro il 2018 è invece previsto che la rata di rendita sia calcolata utilizzando i coefficienti relativi alle età di 62, 63, 64, 65 e 66 anni. Ciò in considerazione della gradualità dell’innalzamento del requisito anagrafico e della persistenza, ancora nei prossimi anni e fino al 2018, di requisiti differenziati per sesso. È inoltre previsto che ciascun iscritto riceva l’esemplificazione contenente cinque possibili età di pensionamento anche laddove abbia già compiuto l’età minima indicata per la relativa fascia di età di appartenenza. In presenza di requisiti di pensionamento di base che permangono ancora diversificati nonché della possibilità, anche a regime, di accedere alla pensione anticipata, viene peraltro chiesto di indicare, in forma di avvertenza, che l’età del pensionamento dipenderà dal regime previdenziale dell’ iscritto e dalla normativa tempo per tempo vigente e che a età inferiori a quelle utilizzate nel Progetto corrispondono, a parità di altre condizioni, rate di rendita più basse.
È poi richiesta l’introduzione, in linea con quanto già previsto per i progetti standardizzati, dell’indicazione riguardante la possibilità per l’aderente di effettuare simulazioni personalizzate attraverso i motori di calcolo presenti sui siti web delle forme pensionistiche. Gli interventi sulle ipotesi adottate in materia di basi demografiche per il calcolo della rendita sono dovuti all’esigenza di dare attuazione alle previsioni in materia di unificazione delle tabelle indipendentemente dal sesso. (riproduzione riservata)