Roberta Paolini
U n boom di Borsa che dura da due anni, dati di raccolta da record, il pieno di commissioni e prospettive di crescita di ricavi e redditività tra i più alti d’Europa. Le società di gestione dell’industria del risparmio in Italia vivono un momento felice. E infatti iniziano a circolare nuovamente voci di quotazione. Per Anima si tratta di una certezza, ma pare che l’ipotesi stia tornando ad affacciarsi anche per Fideuram. La settimana scorsa Asset Management Holding, la holding che controlla Anima, ha formalizzato l’avvio del percorso di quotazione in Borsa. La valutazione definitiva del progetto di quotazione sarà deliberata in seguito e così si capirà meglio struttura dell’offerta, modalità e termini dell’Ipo. La valutazione circolata in ambienti finanziari parla di 1 miliardo di euro. Tornando alle società quotate, le tre società di asset management italiane conoscono da due anni una crescita inarrestabile. Merito del Toro in Borsa e del risveglio del settore (Assogestioni ha censito una raccolta positiva per 60,69 miliardi nel 2013 che supera il massimo storico di 52 miliardi del 2005). La migliore in termini di performance sui 12 mesi è Azimut, con un rally che l’ha portata al +83,3%, Banca Generali è al 69,43%, Mediolanum al 58,06%. Ma se si allunga il periodo di osservazione i dati sono anche migliori. La Banca del Leone in 24 mesi ha segnato un’ascesa del 200%, del 118% per l’istituto guidato da Ennio Doris e addirittura del
297% per Azimut. I dati di raccolta sono ovviamente correlati a questo andamento. Per Azimut a dicembre si è toccata una raccolta totale positiva per 285 milioni, che ha portato il dato 2013 dei flussi a superare i 3,2 miliardi. E naturalmente gli analisti hanno elargito giudizi positivi: Equita ha confermato il rating buy, Mediobanca rating outperform, mentre Kepler Cheuvreux ha mantenuto hold. Buy anche per Goldman Sachs che ha messo Azimut tra le top pick nel suo recente report sull’industria europea del risparmio. Uno studio secondo il quale il settore a livello europeo tra il 2015 e il 2020 registrerà un cagr dei ricavi del 6,4% e dell’8,4% di utile netto. Il momento d’oro sta scritto prima di tutti nei numeri, che sono stati record nel 2013 anche per la banca guidata da Piermario Motta. A dicembre la raccolta netta è stata di 131 milioni, portando il saldo complessivo a 2,26 miliardi di euro. Si tratta del miglior risultato mai ottenuto da Banca Generali, che supera del 40% i risultati del 2012 e del 64% la media dell’ultimo triennio. Gli analisti restano ottimisti, Equita Sim ha alzato il target price di Banca Generali da 19,4 a 20,4 euro (raccomandazione “hold”), Kepler Cheuvreux ha confermato il “buy”, con un target price di 24 euro. Prezzo obiettivo elevato a 24,1 per Goldman Sachs, ma giudizio neutral. Stesso giudizio per Mediobanca, ma più prudenza sul target price a 17 euro, Banca Imi dà giudizio ‘add’ e target a 21,75 euro. Mediolanum ha archiviato l’anno con una raccolta netta di 3,337 miliardi di euro, in crescita del 47,7% sui 2,258 miliardi del 2012. Nel solo mese di dicembre la raccolta è stata pari a 565 milioni di euro (424 milioni solo la raccolta netta di fondi e gestioni). Equita Sim raccomanda buy e il prezzo obiettivo a 7,5 euro, con l’annotazione che la raccolta a dicembre è stata ‘sensibilmente sopra le attese’. Per Kepler Cheuvreux il giudizio è buy, il target price passa da 7,1 a 7,8 euro. Infine c’è il “carico” di commissioni di gestione. In totale le stime sul 2013 parlano di 877 milioni per Mediolanum, 413 per Azimut e 237 per Banca Generali nel 2013, con un’incidenza sulle masse gestite, che va dallo 0,86% della banca del Leone al’1,98% di Azimut. Scorporando il dato tra commissioni di gestione pure e performance fee emerge come il dato più alto, sia per le prime che per le seconde, sia di Azimut, rispettivamente 1,54% sull’asset under management e 0,43%. Il più basso è di Banca Generali, 0,72% le commissioni di gestione e 0,14% quelle di performance. Qui sopra, Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum Piermario Motta, amm. delegato Banca Generali Qui sopra, Pietro Giuliani, ad di Azimut Holding